In parlamento

Settimana in Parlamento/Sanità, al Senato si riaffaccia la presunta concorrenza. Camere a freno tirato anche la prossima settimana

di R. Tu.

A più di due anni dalla presentazione in Parlamento da parte del Governo di allora (guidato da Matteo Renzi) e a 18 mesi dal primo sì della Camera, riappare nei radar del Senato la legge sulla concorrenza che avrebbe dovuto vedere la luce nel 2015. Ancora niente di fatto, dunque, ben 754 giorni dopo, tra i veti incrociati di lobby e categorie e le sponde più o meno interessate dei vari gruppi politici. Ma da mercoledì – teoricamente – il Senato ci riprova a prendere in mano quella che si è rivelata una vera e propria patata bollente, anziché aprire le porte alla concorrenza in settori delicati e strategici come l'energia, le assicurazioni, le farmacie e i notai, ma anche da ultimo la disputa tra tassisti e Uber.

Altro che aprire le finestre all'aria della concorrenza: il testo che ritorna da domani in aula al Senato ha subito infatti nell'esame in commissione, dopo quanto già avvenuto alla Camera, un netto ridimensionamento. E chissà cosa potrà ancora accadere. Con l'avvertenza, peraltro, che il voto sul provvedimento non avverrà ancora nella settimana in arrivo. E che, in ogni caso, dovrà tornare all'esame della Camera e da lì probabilmente ricominciare un tira e molla dagli esiti imprevedibili tra interessi divergenti e partiti che già guardano alle elezioni e ai pacchetti di voti. Perchè questa resta pur sempre il Belpaese.

Camere col freno tirato. Sarà in ogni caso una settimana parlamentare ancora una volta col freno tirato quella che si apre, e che si risolverà tutta in soli due giorni, e non solo perché arriva dopo le vacanze di Pasqua, che i parlamentari sono soliti festeggiare. Il fatto è che le Camere ormai lavorano realmente appena due giorni e mezzo la settimana, col risultato che l'arretrato di “leggi da fare” continua a crescere. Trovando sollievo soltanto nel ricorso al voto di fiducia da parte del Governo di circostanza, che in questa Legislatura ha toccato il record assoluto nella storia del Parlamento repubblicano. Così, in questi giorni, si segnala, ancora al Senato, l'arrivo in aula del decreto legge che abolisce i voucher e che di fatto annulla il referendum già previsto per giugno che avrebbe visto una nuova clamorosa sconfitta del Governo.

Aspettando Def e manovra. Mentre alla Camera in assemblea arrivano le misure per lo sviluppo e la competitività nel settore agricolo e agroalimentare-biologico. Slittano invece i voti sul biotestamento, che continua a spaccare le forze politiche della ex cattolicissima Italia. In attesa che tra dieci giorni si entri nel vivo dell'esame della manovrina da 3,4 mld di aggiustamento dei conti pubblici del 2017 e del Def, il documento di economia e finanza che traccia la rotta di massima della finanza pubblica per i prossimi anni: Def che sarà all'esame di tutte le commissioni e che dal 26 approda nelle due assemblee. Una prova della verità in vista della temuta manovra per il 2018, che si annuncia particolarmente pesante, oltre i 20 miliardi, che il Governo dovrà varare entro metà ottobre e inviare al Parlamento per l'approvazione entro l'anno. Quando ormai il Parlamento avrà esaurito il tempo e le elezioni politiche, si pensa a febbraio, saranno lo spartiacque cruciale.


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