In parlamento

Decreto vaccini, Saitta (Regioni) in audizione: «Omogeneità applicativa da salvaguardare con una circolare unica anti-burocrazia»

di B.Gob.

«Il testo del decreto legge adottato dal governo contribuisce a dare omogeneità applicativa su tutto il territorio nazionale ai piani vaccini: come Regioni chiediamo però che non si corra il rischio di scaricare sulle famiglie incombenze burocratiche». Politicamente - per voce del loro coordinatore Antonio Saitta, audito oggi sul dl in commissione Igiene e Sanità - gli assessori confermano la linea del pieno dialogo con il ministero della Salute e con il Miur. Ma chiedono, dopo aver condiviso la scelta dell’obbligo nazionale per «evitare un pericoloso federalismo vaccinale, visto che le epidemie non rispettano i confini amministrativi e geografici», che ora Miur e Salute emettano «un’unica e condivisa circolare applicativa che dia certezze nelle procedure, creando il massimo di collaborazione possibile tra il sistema scolastico e le Asl». La parola d’ordine, insomma, è semplificare al massimo. Prevedendo anche, se possibile - ha chiesto ancora Saitta - «un’applicazione graduale che può consentire sia al sistema scolastico che a quello sanitario di coordinarsi per evitare disagi agli operatori e alle famiglie».

Se il Veneto fa la voce grossa annunciando il ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto, insomma, al momento gli assessori scelgono la linea diplomatica. Le trattative per ottenere un’applicazione diluita, e il più possibile indolore, fervono. «Nella prossima seduta della Conferenza Unificata - ha concluso Saitta in audizione - presenteremo un documento più articolato, basato su questi principi».

In attesa di una circolare applicativa unica che accolga le loro proposte organizzative, la cui linea è stata anticipata ieri da Sanità24 , le Regioni spulciano intanto la circolare tecnica emessa sabato scorso dalla Salute . Che ha ricevuto interpretazioni diverse e richiede un confronto tra esperti. Per la prossima settimana è in arrivo un documento del coordinamento dei tecnici regionali di Sanità pubblica. Dettagli e calendari vaccinali alla mano, è insomma partita l’operazione di verifica su compatibilità, sostenibilità e possibili incongruenze. Come quella sull’Haemophilus di tipo B (Hib), che non avrebbe indicazioni alla somministrazione oltre il terzo anno d’età (quindi non si spiegherebbe l’obbligo di recuperarla in classi d’età successive) se non per i rari casi di soggetti particolarmente fragili.



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