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Ddl concorrenza: per l’Ordine dei farmacisti c’è il rischio-oligopolio

«L’approvazione del Ddl Concorrenza, segna un passaggio molto negativo per la sanità italiana, perché si consegna alla pura logica di mercato un servizio, quello farmaceutico, che è da sempre una delle funzioni centrali del servizio sanitario, il cui scopo è garantire l'equo e uniforme accesso ai medicinali a tutta la popolazione». Lo afferma la Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi) secondo cui è grave che, a differenza di quanto avviene per le società di professionisti, nel caso delle società proprietarie di farmacie «non sia prevista la riserva della maggioranza alla componente professionale e questo può determinare una minore tutela del cittadino, visto che il professionista della salute deve rispondere a una proprietà che segue solo regole di mercato».

Per Fofi, dunque, con questo provvedimento si creano dunque le condizioni per sostituire una rete di presidi retti da professionisti «con un oligopolio di società di capitali a vocazione puramente commerciale, in assenza di qualsiasi tutela per il professionista. Ed è facile osservare che con la creazione di cartelli e di posizioni dominanti – cinque soli soggetti potrebbero arrivare a controllare tutte le farmacie italiane – viene negato anche il principio stesso della concorrenza». Inoltre, Fofi sottolinea che mentre le società che erogano prestazioni medico-specialistiche sono tenute a un contributo all'ente previdenziale dei medici, «nulla del genere è stato previsto per quelle che detengono la proprietà delle farmacie». «Per tutti questi motivi - conclude - la Federazione degli Ordini ha fin dall'inizio denunciato la pericolosità di questo provvedimento, anche sulla base dei risultati che misure analoghe hanno avuto in altri paesi europei che, in alcuni casi, stanno ripensando completamente le loro scelte. Da oggi le condizioni in cui il farmacista svolge la sua attività professionale cambiano radicalmente, e tutta l a professione è chiamata ad affrontare questa svolta puntando sull'aggregazione, sull'innovazione e su quelle prestazioni rivolte alla salute del paziente che soltanto il farmacista può assicurare. E' il momento di far valere la capacità di evolvere che la nostra professione ha saputo dimostrare in tutte le fasi di cambiamento della società, restando protagonista della tutela della salute».


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