In parlamento

Biotestamento, De Biasi: lavoreremo con chi ci sta o al voto senza relatrice

di Lucilla Vazza

Incassato oggi il parere positivo della commissione Affari costituzionali del Senato, il cammino della legge sul fine vita fa un passo avanti, ma il traguardo finale è più che mai appeso. Anzi appesantito dalla zavorra dei 3mila emendamenti in questi giorni al vaglio della commissione Bilancio. Lo abbiamo già scritto, ma il nodo per l’approvazione della legge è tutto lì. E ci sono due scenari: il ritiro degli emendamenti e dunque la parziale marcia indietro del fronte finora irriducibile degli ostruzionisti (a fronte di qualche concessione, ma quale?) oppure al voto dell’Aula senza relatore e con probabile scrutinio segreto (e allora ogni scenario sarà possibile). Il voto dell’Aula del Senato è tra l’altro già stato calendarizzato dalla conferenza dei capigruppo per il 18 ottobre.

De Biasi: intesa su emendamenti o dimissioni da relatore
La gran parte degli emendamenti sono stati presentati dalle opposizioni di centrodestra: 1.500 sono della Lega nord; poi ci sono quelli di Forza Italia e anche le modifiche chieste da un partito di maggioranza come Ap di cui fa parte anche la ministra della Salute Lorenzin. La presidente della commissione Sanità del Senato e relatrice della legge, Emilia De Biasi (Pd) detta la linea: tremila emendamenti non sono esaminabili dalla commissione, bisogna trovare un’intesa. E per questo ha rivolto un appello a maggioranza e opposizione affinché ritirino gran parte degli emendamenti, permettendo alla legge già approvata dalla Camera di essere esaminata davvero. «La mia richiesta è di ritirare larga parte degli emendamenti: tremila emendamenti, ma anche 1.500, non sono esaminabili, così si rende il lavoro impossibile». Altrimenti resta sempre in piedi l’ipotesi di lasciare il tavolo, dimettersi da relatrice del provvedimento e mettere tutto in mano ai capigruppi per votare il testo in Aula senza relatore.

I nodi al pettine
«Se questi punti modificano la legge nella sostanza il discorso è già chiuso, diversamente io attendo di sapere», chiarisce. De Biasi ammette che «non abbiamo tutti le stesse opinioni, le stesse visioni su cosa intendiamo per vita e per morte», ma precisa «Questo non vuol dire che tutti voteranno tutto, perché io so perfettamente che su alcune questioni, penso al considerare l'idratazione e la nutrizione artificiale come un trattamento terapeutico e non un'alimentazione, non è possibile trovare un punto d'incontro, sono concezioni e convinzioni differenti. Su altri punti si può naturalmente ragionare».

Ma quali sono i punti di discussioni ancora aperti? «Se chiamarle disposizioni o dichiarazioni- osserva De Biasi- l'importante è che ci capiamo di cosa stiamo parlando perché se siamo d'accordo che c'è una vincolatività, cioè che l'espressione della volontà dell'individuo va rispettata, allora non cambia nulla se si chiamano disposizioni o dichiarazioni. Se invece si dà all'accezione di dichiarazioni una diminuzione rispetto a una volontà dell'individuo ovviamente la cosa cambia. L'espressione della volontà dell'individuo deve essere rispettata».

Forza Italia, e il punto è stato inserito nel parere a firma Lucio Romano approvato oggi dalla Commissione Affari costituzionali, chiede di rendere le Dat rinnovabili dopo qualche anno. De Biase: «Se ne può parlare, ma non se vuol dire che se una persona non le rinnova allora scadono».

Dat: registro nazionale e fascicolo sanitario
C'è un altro punto, come abbiamo scritto qulche giorno fa: il registro nazionale delle Dat, nel testo sono previsti solo i registri regionali. Bisogna però capire dove vanno le Dat, perché, chiarisce ancora De Biasi: «se per ipotesi una persona può benissimo farle da un notaio, poi dove vengono registrate? Io credo che debbano essere registrate nel Fascicolo sanitario elettronico in modo tale che sull'intero territorio nazionale si possa recuperare immediatamente la Dat della persona».

Tra domani e venerdì, dopo il via libera delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio al testo di legge, dovrebbero arrivare i primi pareri della quinta commissione sugli emendamenti, che nel frattempo saranno illustrati.

«Non appena avremo i primi pareri- aggiunge la presidente - cominceremo a votarli. Se il testo rimarrà o meno quello che ci è pervenuto dalla Camera, o se ci saranno delle lievi correzioni, dipende anche dalla volontà di tutti di non arrivare a un ostruzionismo d'aula». In commissione, Forza Italia e Ap si sono dette disponibili a valutare la richiesta di rivedere gli emendamenti presentati. Il Movimento 5 stelle, invece, resta fermo sulla sua linea, ritenendo il testo uscito dalla Camera intoccabile. «Se non è possibile trovare un punto d'intesa- conclude De Biasi- lavoreremo in aula con chi ci sta».


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