In parlamento

Legge di Bilancio/ Il parere della XII Senato: «Aumentare la spesa sanitaria pubblica per garantire i Lea»

di Barbara Gobbi

Il parere espresso è formalmente «favorevole», ma di fatto la linea seguita per la Sanità nella legge di Bilancio è bocciata. La commissione Igiene e Sanità non fa sconti, e mette in fila le osservazioni che alla manovra sono già arrivate - con poche variazioni - dalleRegioni , dagli esperti e dalle associazioni di cittadini .

Se davvero l’obiettivo è sostenere il Servizio sanitario nazionale e garantire l’erogazione dei vecchi e nuovi Livelli essenziali di assistenza, spiegano di fatto i senatori nel parere steso da Amedeo Bianco , i conti non tornano. Sei punti critici rilevati, a partire da una spesa sanitaria pubblica per il 2018 che dovrebbe prevedere incrementi «commisurati all’incidenza dei bilanci regionali di almeno tre ordini di spesa ineludibili e inderogabili»: la riduzione di 604 mln di euro a carico delle Regioni a statuto ordinario, che per il prossimo anni riduce il finanziamento del Ssn a 113,396 miliardi; il peso del rinnovo di contratti e convenzioni, che a regime varrebbero 1,3 miliardi di euro, solo per 500-600 milioni accantonati nei bilanci regionali e che quindi comporterebbero un fabbisogno ulteriore di 500-600 milioni; la «controversa questione del payback farmaceutico», che per il triennio 2013-2015 porterebbe a incassare circa 600 milioni in meno di quanto inizialmente preventivato, mentre al momento non è definitoil payback 2016.

Alla prima nota dolente del definanziameno della spesa pubblica, seguono poi altri cinque “warning”: l’indicazione di rimuovere il blocco sul personale che tutt’ora vincola le assunzioni alla spesa per il personale relativa al 2004 diminuita dell’1,4%; la richiesta di disegnare già in manovra - così come si fa per i 1.500 nuovi ricercatori dell’università - un piano di assunzioni e di carriera per i precari della ricerca sanitaria pubblica; lo stimolo a definire una governance complessiva della farmaceutica, dal momento che - scrivono i senatori della XII - «i ritardi e gli errori relativi al payback farmaceutico confermano che esso non può considerarsi lo strumento unico della governance; la progressiva abolizione del superticket su tutto il territorio nazionale, sulla base del criterio del reddito, da prevedere con un emendamento nel Ddl. Infine, ultima non certo per importanza, la «preoccupazione» per i tagli da 300 milioni ai bilanci regionali - di cui all’articolo 68 comma 2 lettera c) del Ddl - che potrebbero impattare su politiche sociali e non autosufficienza, con riflessi in ultima analisi anche sulla spesa sanitaria.


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