In parlamento

Ddl Lorenzin a rischio boicottaggio

di Ettore Jorio (Università della Calabria)

Oggi pomeriggio la conferenza dei capigruppo del Senato decide sulle sorti del Ddl Lorenzin, recante la nuova disciplina della sperimentazione clinica, sui comitati etici, sulla medicina di genere sulla regolazione delle professioni sanitarie e la dirigenza ministeriale, approvato alla Camera dei Deputati il trascorso 24 ottobre. Un testo normativo che rappresenta la soddisfazione dell'esigenza di regolazione della materia emersa ai tempi del governo Letta.

Nonostante la sua importanza, nel dare ordine all'attuale caos normativo, e il fatto che lo stesso abbia superato indenne l'esame della Commissione Sanità del Senato nella tarda serata del 22 novembre scorso, con dichiarazione entusiasta della sua presidente Emilia Grazia De Biasi, il provvedimento sembra tuttavia non godere dell'entusiasmo dell'Aula senatoriale.

Invero, sono in tanti a sospettare l'esistenza di una precisa volontà politica di non volere approvare definitivamente l'articolato normativo che, sotto certi aspetti, presenta soluzioni di pregio al riordino del sistema salute ma soprattutto che metterebbe finalmente fine al disordine che regna nella materia dell'organizzazione degli ordini professionali sanitari e dell'esercizio dei relativi addetti.

Un dubbio che preoccupa, dal momento che appare francamente inconcepibile che si lasci decadere, per un uso strumentale dello scioglimento anticipato delle Camere, una legge di simile portata regolativa in presenza di almeno 10 giornate di lavoro disponibili.
Non si comprende, infatti, il perché di una siffatta tendenza demolitiva di un quasi provvedimento legislativo. Essa risulta incomprensibile per i cittadini, dannevole per l'organizzazione sanitaria vera e propria, pregiudizievole per quelle figure che, finalmente, troverebbero nel provvedimento una loro dignità lavorativa attraverso una collocazione in una area professionale nuova e specifica, perniciosa per le circa 3.000 farmacie nuove, alcune già aperte ma sub judice e tante in sensibile ritardo di apertura, rese disponibili dal concorso straordinario per farmacisti non titolari, prevalentemente giovani.

Difficile, per non dire impossibile, comprendere i perché di questo vero e proprio boicottaggio, registrato prevalentemente nelle fila del PD e dello MPD, forse affascinati dalle sirene delle lobby prevalente di quei particolari segmenti professionali ai quali le riforme piacciono meno che agli altri, amanti come sono delle rendite di posizioni acquisite.

Mantenere atteggiamenti simili nell'attuale fase preelettorale determinerà costi politici difficili da digerire. Non so quanti saranno i professionisti sanitari coinvolti nel provvedimento e le migliaia di OSS, ai quali il DDL restituisce dignità, ad essere d'accordo con chi farà di tutto perché il testo non divenga legge dello Stato.


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