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Roche, fatturati in flessione. Colpa di tetti di spesa e payback

Si é chiuso con un fatturato di poco inferiore a un miliardo 250 milioniil 2013 di Roche in Italia, comprensivo di Roche Spa - la divisione farmaceutica del gruppo, che ha registrato un fatturato di 848,7 milioni, in calo del 5,3% sul 2012 - e di Roche Diagnostics Spa, con fatturato di 401 milioni, in flessione del 3,5% sull'anno precedente.

I dati sono stati diffusi oggi nel corso della presentazione a Basilea, sede della casa madre, dei risultati finanziari dell'intero Gruppo Roche da parte del Ceo Severin Schwan, del Cfo Alan Hippe, del responsabile di Pharma Division, Daniel ÒDay, e di quello della Diagnostics Division, Roland Diggelmann. In Italia, la divisione farmaceutica si conferma la terza azienda del settore farmaceutico e la prima in ospedale e in oncologia, con un'importante presenza in virologia e reumatologia, mentre la divisione diagnostica italiana registra un risultato positivo nell'offerta a ricercatori, medici, pazienti, ospedali e laboratori di prodotti e servizi innovativi destinati alla diagnostica istopatologica, con una crescita del 3,4% sul 2012 nonostante il mercato specifico sia in una fase di sofferenza.

Dal management dell'area italiana la sollecitazione perché siano rivisti i tetti di spesa farmaceutica ospedaliera e non si insista sul payback. «La revisione dei tetti di spesa é la strada che condurrebbe - ha detto Maurizio de Cicco, amministratore delegato di Roche Spa e vicepresidente di Farmindustria - alla risoluzione alla radice del problema dello sforamento, mentre invece così non sarebbe con il perpetuarsi del payback ospedaliero, cioé chiedendo alle aziende «di cominciare ogni anno con un deficit indefinito», misura «su cui le aziende non hanno il minimo controllo e che inciderà per decine di milioni di euro sul bilancio di Roche». L'ad ha sottolineato che in un contesto difficile ed incerto da prevedere, la performance di Roche é stata «tendenzialmente in linea con le attese», anche se i numeri finali sono «fortemente penalizzati dal payback ospedaliero», che prevede che le aziende farmaceutiche condividano per il 50% con le regioni il ripiano dello sfondamento del tetto della spesa farmaceutica ospedaliera.

«Abbiamo ben presente l'esigenza di sostenibilità del sistema salute in Italia - spiega de Cicco -, siamo stati i primi in Europa a concordare con le autorità regolatorie meccanismi di condivisione del rischio per i nuovi farmaci, consentendo risparmi per la collettività in caso di inefficacia terapeutica; abbiamo accolto la metodologia dei registri per il controllo dell'appropriatezza prescrittiva, consapevoli della necessità di limitare al massimo gli sprechi nell'uso delle nuove terapie innovative e pertanto più onerose per il Servizio sanitario nazionale, ma essere chiamati a risanare lo sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera, in realtà sotto finanziata e inadeguata al crescente bisogno di salute del Paese, é francamente difficile da accettare».

La principale difficoltà determinata dal payback ospedaliero é l'impossibilità per le aziende di fare previsioni affidabili a inizio anno, principio invece alla base di qualunque impresa. E questo accade perché l'entità dello sfondamento da ripianare, che - non si sa perché - riguarda anche l'overspending registrato nella categoria dei farmaci orfani, rimane un'incognita fino al primo trimestre dell'anno successivo. Secondo de Cicco é questa una situazione paradossale, «che rende ardua una pianificazione nel medio termine e non ci fa apparire certo come un Paese attrattivo agli occhi dell'Headquarter». E in un momento «in cui si parla tanto di come attrarre gli investitori stranieri, sembra ci si dimentichi di trattenere e motivare a restare chi nel nostro Paese ha sempre creduto - come Roche, in Italia dal 1897 - creando occupazione ed export, versando allo Stato contributi che si traducono in ricchezza per il Paese e investendo ogni anno varie decine di milioni di euro in ricerca con articolati programmi di sperimentazione clinica».

Roche Spa si dice pronta «a fare la nostra parte e ci impegneremo anche a garantire gli stessi livelli di investimento finora fatti dal Gruppo in Italia, ma occorrono interventi strutturali che consentano a chi decide dell'allocazione delle risorse di finanziare le nuove cure». E riferendosi alle recenti dichiarazioni del ministro della Salute sulle ragioni per cui la spesa ospedaliera sfora regolarmente il tetto, de Cicco commenta appunto che «solo rivedendo le logiche dei tetti di spesa, piuttosto che creando un fondo destinato solo alla farmaceutica, si può pensare di risolvere alla radice il problema dello sforamento». Il proseguire con il payback non é la strada maestra, «chiedere alle aziende di cominciare ogni anno con un deficit indefinito, e a tendere sempre più penalizzante, rischia in realtà di aggravare la situazione e di avere ripercussioni importanti sull'intero sistema».

Quanto alla Roche Diagnostics Spa, il calo di fatturato é spiegato con i tagli alla spesa sanitaria e ai volumi, tagli introdotti dalla Pubblica amministrazione in applicazione del principio di appropriatezza. Inoltre, un mercato sempre più complesso ha alimentato l'erosione dei prezzi nelle nuove gare. La performance risulta penalizzata anche dal perdurare della dilazione dei tempi di pagamento delle aziende ospedaliere, benché nel 2013 siano stati registrati segnali di miglioramento anche per effetto di una focalizzazione su questo tema da parte dell'azienda.

«Gli effetti della perdurante crisi economica hanno comportato un'importante riduzione della spesa sanitaria pubblica e privata e un marcato incremento delle complessità - commenta Pedro Goncalves, amministratore delegato di Roche Diagnostics Spa - I nostri clienti sono sempre più attenti all'efficienza delle soluzioni che acquistano, le gare d'appalto a cui partecipiamo sono più ampie e la concorrenza é sempre più aggressiva».

A fronte di questa situazione, é stato già avviato «un importante piano di rilancio dell'azienda focalizzato su un nuovo approccio consulenziale volto ad aiutare i laboratori, e più in generale il sistema sanitario, a cogliere nuove e importanti opportunità di efficienza. Ciò consentirà a Roche Diagnostics Spa di consolidare la sua leadership nel mercato». La diffusione del sistema integrato per la gestione ottimale del diabete e la promozione dell'accuratezza hanno consentito a Roche Diabetes Care di superare il target dell'anno e arrestare l'erosione delle quote di mercato. Le vendite dei device per la somministrazione dell'insulina sono cresciute complessivamente del 7,2%. Anche il Continuous Monitoring registra un'ottima performance e il Lancing, così come gli aghi per insulina, hanno raggiunto risultati in linea con le aspettative. Il Gruppo Roche é presente in Italia dal 1897. Tra la sede di Monza e l'impianto produttivo di Segrate (Milano), la competenza farmaceutica rappresentata da Roche Spa conta 1.139 dipendenti, mentre quella diagnostica, rappresentata da Roche Diagnostics Spa, conta oltre 500 collaboratori tra dipendenti ed agenti.