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NoemaLife sbarca in Arabia Saudita con un contratto da mezzo milione di dollari

Primo contratto in Arabia Saudita per la bolognese Noemalife, quotata in Borsa nel mercato telematico azionario dal 2006 e attiva nel settore dell'informatica clinica ospedaliera. L'accordo, del valore di circa mezzo milione di dollari, prevede l'installazione di software per la gestione completa dei laboratori di analisi presso l'Armed Forces Hospital Southern Region di KhamisMushait.

L'ospedale militare di KhamisMushait conta 600 posti letto ed esegue circa un milione di esami di laboratorio l'anno. NoemaLife, che opera nella regione del Golfo attraverso la propria sede di Dubai, aperta nel 2012, fornirà alla struttura diverse soluzioni informatiche di diagnostica:
•DNLAB®, il Laboratory Information System disegnato per il governo totale dei laboratori di analisi, anche multi-sito,già diffuso in 920 laboratori di chimica clinica e 620 laboratori di microbiologia nel mondo;
•ATHENA®, l'avanzato software di gestione completa del flusso di lavoro dei dipartimenti di anatomia patologica;
•HALIA®,la soluzione NoemaLife di middleware strumentale che permette di gestire centralmente tutta la strumentazione preanalitica, analitica e postanalitica del laboratorio di analisi, che sta riscuotendo successi a livello internazionale.

L'Arabia Saudita, con un Pil la cui crescita media annua si attesta intorno al 5%, è la 20esima potenza economica al mondo e costituisce il maggiore mercato medio orientale di consumo del settore sanitario. Secondo recenti studi, il budget destinato dall'Arabia Saudita alla Sanità nel 2013 è stato pari a 27,4 miliardi di dollari e si prevede che crescerà fino a 47,7 miliardi entro il 2017.

«Questo contratto costituisce un importante punto di partenza nella nostra strategia di penetrazione nei paesi del Golfo», commenta Francesco Serra, presidente e amministratore delegato del Gruppo NoemaLife. «L'Arabia Saudita è un attore geopolitico di assoluto rilievo nello scacchiere mediorientale, dove dobbiamo confrontarci con la complessità di mercati culturalmente, linguisticamente e geograficamente lontani da noi e dove sono presenti operatori esteri molto forti, anche più grandi di noi».