Lavoro e Professione

Lauree sanitarie: aspiranti in calo per le professioni, stabile medicina

di Angelo Mastrillo


Si interrompe il trend positivo delle domande sulle lauree per le professioni sanitarie. Da quest'anno si verifica una lieve flessione (-3,1%) sulle 123.419 domande dello scorso anno su 27.368 posti a bando All'esame dell'11 settembre nelle 28 Università statali si presenteranno 114.748 studenti del totale dei 119.618. Una parte di questi (4.870) ha già espletato nei giorni scorsi l'esame di ammissione nelle tre Università non statali di Milano S. Raffaele, Roma Cattolica e Roma Campus per un totale di 1.118 posti. Il calo di domande nelle private (-25%) è superiore a quelle delle statali (-2%).

La rilevazione dei dati, che è stata condotta per la Conferenza nazionale dei corsi di laurea delle professioni sanitarie è stata resa possibile grazie alla diretta collaborazione delle segreterie studenti di tutte le Università. Il rapporto dettagliato è stato presentato all'appuntamento annuale della stessa Conferenza 15 settembre presso l'Università di Ancona.
Il calo di domande, in totale di circa 3.700, riguarda soprattutto l professione di tecnico di radiologia con -1.880 su 10.730 dello scorso anno (-17%) e infermiere con 1.360 su 44.148 (-3,1%). Segno di un inizio di crisi occupazionale che comincia ad emergere anche se con valori minimi, con progressivo trend negativo negli ultimi 4 anni. E' un dato rilevato anche da Alma Laurea (v. Il Sole-24 Ore Sanità n.12/2012) che sul tasso occupazionale a un anno dalla laurea evidenzia un calo generale dell'11%, da 86% del 2007 a 75% del 2010, stesso valore per l'infermiere che passa dal 94% del 2007 all'83% del 2010. Ancora maggiore è il calo per il tecnico di radiologia che scende dal 93% del 2007 al 57% del 2010, con un differenza di ben 36 punti percentuali, il più alto in assoluto tra i 22 profili.

In ogni caso, la concorrenza per l'ammissione ai corsi delle professioni sanitarie resta alta dato che negli ultimi 2 anni si ha un posto ogni 4-5 candidati, essendo il rapporto domande su posti (D/P) di 4,5. Ma questo rapporto è la media tra le 22 tipologie di corso: infatti il range va dai massimi di 15 per fisioterapista; 13 di logopedista;. 9 di dietista; 7,5 di ostetrica e 7,2 di tecnico di radiologia, fino ai minimi di 1,2 per assistente sanitario e terapista occupazionale. Mentre nelle posizioni intermedie si trovano ad esempio tecnico di neurofisiopatologia a 3,9; infermiere 2,6; tecnico di laboratorio e 2 per tecnico della prevenzione.

Per quanto riguarda invece la situazione fra le varie Università sul totale dei 22 profili, la concorrenza maggiore è a Cagliari e Palermo con un D/P di 12 e di 10, seguite da Bari a 8; Catania, Foggia e Napoli a 7. Al contrario i rapporti D/P più bassi riguardano Verona con 2,7 e Roma Sapienza a 2,9. La maggioranza delle Università 30 su 40 è nel range da 3,3 a-6,4.

Analizzando i dati in particolare per infermiere, che ha il più alto numero di posti (16.119 su 27.368) con D/P pari a 2,7, i valori estremi vanno dai massimi di 10,1 di Cagliari; 9,1 di Palermo; 6,4 di Messina; 6,2 di Bari e 5,6 di Catania fino ai minimi di 1,6 di Pavia e Verona e 1,7 di Brescia.
Mentre su fisioterapista che ha il più alto numero di domande dopo infermiere, con 33.719 domande su 2.262 posti e relativo maggiore D/P con 15, si ha la conferma della minore concorrenza per Napoli Seconda Università (SUN) con D/P a 8, Verona e Salerno a 11, Varese, Trieste, Genova e Napoli Federico II a 12. Al contrario valori molto alti riguardano Pisa a 31, Catania a 29, Sassari a 28, Palermo 27 e Torino a 21.
Valori intermedi riguardano Milano con D/P a 13; Pavia, Perugia, L'Aquila, Foggia e Bari su 14; Firenze 15; Udine, Padova e Bologna, Siena e Chieti a 16. E' evidente l'alto tasso di D/P delle Università del Sud, che al maggiore numero di domande, il contrario della situazione del Nord, che potrebbe dipendere anche dalla riduzione degli studenti migranti a causa della crisi economica delle famiglie.

Medicina e odontoiatria

Sono 76.912 le domande presentate presso le 38 Università statali per i corsi di laurea in medicina e chirurgia (9.617 posti) e in odontoiatria (866), per un totale di 10.483 posti. Ma all'esame di ammissione del 4 settembre si sono presentati in 70mila, il 10% in meno come di solito accade ogni anno.

Intanto alcuni studenti hanno già superato l'esame di ammissione sui 621 posti nelle tre Università private di Roma Cattolica (350), Roma Campus (120) e Milano S. Raffaele (176) che hanno espletato gli esami rispettivamente l'11 aprile, il 29 e 30 agosto, con ben 15.872 domande presentate.

In genere, questi sono gli stessi studenti che concorrono anche sulle Università statali e su quelle con i corsi in lingua inglese dove quest'anno sono aumentate le sedi - da 4 a 7 - e i posti - da 152 a 238 - ricevendo in tutto 4.369 domande. Per questi l'esame era fissato al 5 settembre.
Sommando alle Università statali le private e i corsi in inglese si arriva a un totale di 11.104 posti con 97.153 domande presentate, per un rapporto di 8,7, quasi lo stesso rapporto dello scorso anno quando su 11.205 posti le domande furono 98.083. Di conseguenza, le differenze sono davvero minime sia sui posti con 101 (-0,9%) che sulle domande con 930 (-0,9%).

Ma questo è il valore medio, perché se si analizzano i dati per ogni ateneo emergono differenze notevoli. A esempio gli aumenti del 21% su Catania e Palermo, 19% a Roma Tor Vergata, 11% di Pavia e Firenze e 9% di Torino e Ancona, rispetto a significative riduzioni del 42% di Siena, del 28% di Parma e L'Aquila, e del 19% di Genova e Ferrara. Con valori inferiori troviamo Messina 8%, e Bologna e Napoli Federico II con 6 per cento.

Mentre le differenze a livello di Regione registrano aumenti nel Lazio (+14%), in Sicilia (+12%) e Piemonte (+7%) rispetto alle riduzioni in Abruzzo (-18%), Emilia Romagna (-15%) e Toscana (-12%).

Nessuna differenza invece in Lombardia con 14.66 domande e differenza minima, appena +2% su 15.002 domande.
Novità sulle graduatorie: ora le Università statali sono divise in 12 aggregazioni, secondo criteri di numerosità dei posti e collocazione logistico-territoriale geografica. Questo nuovo sistema avrebbe l'obiettivo di favorire gli studenti più meritevoli, eliminando il rammarico per non avere scelto fra due Università vicine quella che avrebbe consentito l'ingresso anche con un punteggio minore.

Non si è ancora arrivati alla graduatoria unica nazionale di merito, che qualcuno invoca da tempo. Come è noto, il punteggio minimo di ammissione al Nord è 9 volte superiore a quello del Sud; dai 47 di Padova, Verona, Udine e Milano si passa infatti ai 38 di Foggia, L'Aquila, Catanzaro, Cagliari e Sassari. Sono questi i dati medi rilevati sugli ultimi 9 anni dal 2003 al 2011. Vedendo in specifico i valori dello scorso anno, sono leggermente superiori: 49 a Milano e 40 a Messina, ma con distanza invariata su 9 punti fra Nord e Sud. Per questo si sostiene che le prove a quiz su Medicina siano una buona e coerente verifica rispetto alle prove Invalsi svolte nelle scuole medie, dove appunto i punteggi migliori vengono conseguiti nel Nord-Est e i più bassi al Sud.

Analizzando i dati per Regioni emerge che per la Sicilia, Catania richiederebbe 46 punti che sono superiori di 4 punti ai 42 di Palermo e di 5 sui 41 di Messina e Catanzaro. Analoga situazione in Lombardia con differenze significative fra i 49 di Milano Statale e i 44 di Varese, 5 in meno. Idem in Puglia dove Bari con 44 stacca di 3 punti Foggia e Campobasso con 41.

Per l'Emilia Romagna, il ministero dell'Università ha disposto la sostituzione di Parma (confluita sulla Toscana) con Ancona. Di conseguenza, data la differenza di punteggio fra Bologna con 47 e Ancona con 44, potrebbero esserci vantaggi degli studenti di Bologna in recupero rispetto ad Ancona. Idem per l'aggregazione di Parma (43) con la Toscana: Firenze (44), Pisa (46) e Siena (43).