Lavoro e Professione

«Appena sufficiente»: il voto dell'Ordine dei medici di Milano sul programma Sanità dei candidati governatori alla Regione Lombardia

Strappano al massimo la sufficienza i candidati alla presidenza della Regione Lombardia. Perché appaiono perlopiù disinformati, ai medici dell'Ordine di Milano che hanno stilato le pagelle su ogni aspirante alla leadership, in base alle risposte a quattro quesiti relativi a temi strategici per la Sanità e ai risultati di un incontro dal vivo cui è seguita la "lettura accurata dei programmi".

Il risultato non ha colpito particolarmente il presidente dell'Ordine Roberto Carlo Rossi, che dichiara: «Una valutazione complessiva va fatta, e si può solo concludere che il livello medio complessivo delle risposte è stato a malapena sufficiente». L'Omceo ha chiesto ai candidati alla presidenza: come risolvere il problema assicurativo per i medici delle strutture lombarde? Come risolvere il problema dell'insufficiente preparazione pratica degli specializzandi soprattutto di area chirurgica? Qual è l'idea di medicina del territorio, pensate vi sia la necessità di una sua riorganizzazione oppure no e quali soluzioni avete per la sostenibilità del servizio sanitario regionale e la gestione delle cronicità? Gli ordini professionali sono un organo tecnico dello stato che non viene mai consultato prima della preparazione dei provvedimenti di legge: pensa che in futuro questo possa e debba cambiare?

«Molti - racconta ancora Rossi - sono stati i «non sono un esperto di questa materia»; «non ne ho idea, ma con il confronto sono sicuro che riusciremo a trovare una soluzione»; «oggi ho parlato con i farmacisti, i carcerati e altri: voi siete la quinta categoria che incontro: non posso sapere tutto».

«Se poi valutiamo la risposta dei politici alle domande della platea - prosegue Rossi - senz'altro la valutazione media precipita sotto la sufficienza, con qualche punta fortemente negativa se pensiamo che a una domanda sulla pediatria un relatore ha risposto «non posso rispondere perché nel nostro entourage non ci sono pediatri». Mentre su un tema importante come i Creg (i nuovi modelli di presa in carico dei pazienti cronici) la contrarietà dei medici era palpabile, ma i politici sul palco hanno manifestato, in merito, opinioni variegate, a volte decisamente contraddittorie e in qualche caso si sono dimostrati davvero disinformati».

«Infine - conclude il numero uno dei camici bianchi milanesi - su tutto una considerazione: i politici intervenuti hanno unanimemente detto che terranno in gran conto l'opinione dell'Ordine. Lo speriamo fermamente, ma allora perché si continua con il brutto vizio della politica italiana di fare prima i programmi e solo successivamente chiedere un parere a chi rappresenta i professionisti che dovrebbero poi applicarli nella pratica?».