Lavoro e Professione

Stop dei contratti? Sindacati all'attacco: «Un ennesimo colpo di mano». «Reagiremo fino allo sciopero»

Il blocco dei contratti non è entrato nella legge di stabilità 2013 (legge 228/2012) e l'effetto di questa "dimenticanza" del Governo - anche se la previsione c'era durante l'iter parlamentare della legge - è che, in attesa della sottoscrizione dei nuovo accordi, da aprile 2013 dovrà essere versata l'indennità di vacanza contrattuale. Ma c'è una contromossa possibile in agguato: il Governo, sfruttando l'articolo 16 del Dl 98/2011 (legge 111/2011, la manovra estiva di Tremonti), potrebbe prorogare di due anni il blocco dei contratti (fino a tutto il 2014), bloccando anche l'erogazione della vacanza contrattuale.

E l'ombra di un ulteriore blocco dei contratti ha fatto alzare le barricate dei sindacati, pronti anche allo sciopero se il Governo dovesse mettere mano anche all'indennità di vacanza contrattuale.

Un «ennesimo colpo di mano» quello con cui il Governo starebbe preparando un decreto legge per prorogare il blocco delle retribuzioni e dei contratti dei dipendenti del pubblico impiego a tutto il 2014, estendendolo fino a coprire un periodo di 5 anni, quasi due tornate contrattuali.

La Cosmed, confederazione dei medici e dirigenti, va all'attaccio dell'ipoetsi possibile di prolingare il blocco dei contratti e di non erogare, anzi di sopprimere, l'indennità di vacanaa contrattuale «cosa mai avvenuta in passato» sottolinea. E diffida il Governo dall'assumere «iniziative improprie e penalizzanti il pubblico impiego, nel quale sono compresi sistemi di tutela di diritti quali salute ed istruzione, che ha già pagato un prezzo elevato alla crisi economica ed alle manovre finanziarie di tecnici e politici, in termini di riduzione dell'occupazione, peggioramento delle condizioni di lavoro, perdita del potere di acquisto delle retribuzioni».
«Le previsioni legislative vigenti, pur non escludendo tale eventualità - sottolinea la Cosmed - prevedono una consultazione delle Confederazioni generali a oggi mai avvenuta. Per di più, la proroga del blocco è prevista all'interno di un insieme di provvedimenti fiscali e contributivi da attuare solo in caso di necessità. Evidentemente il vantato pareggio di bilancio e le dichiarazioni del Governo che, durante l'intera campagna elettorale, escludevano la necessità di ulteriori manovre non appartengono più all'attualità».

Secondo la confederazione la tempistica post elettorale e «l'invadenza di un Governo in scadenza su decisioni che ormai non gli competono» renderebbero l'iniziativa «particolarmente sconcertante. Passata la tregua elettorale ritorna la coazione a ripetere del passato» è il commento.

Ma non solo la Cosmed alza le barricate. «È dal 2010 che il nostro contratto è fermo - afferma Riccardo Cassi presidente di Cimo Asmd - e intanto sono drammaticamente peggiorate le condizioni di lavoro, con turni sempre più pesanti e stessanti. Sono aumentate le responsabilità di tutelare la salute dei cittadini in strutture sempre meno adeguate con sempre meno risorse a disposizione. Siamo sempre più esposti all'aggressione esponenziale di chiamate in giudizio spesso velleitariie, con le carriere bloccate da pretestuose riduzioni delle posizioni di vertice finalizzate al solo risparmio. Tutto questo sempre e a spese dei medici».
A questa critica Cimo Asmd affianca «l'inerzia» delle Regioni che non hanno provveduto alle riorganizzazioni delle reti ospedaliere e territoriali, mantenendo in attività «strutture inadeguate, ma funzionali alla conservazione del potere locale». In più: non hanno coperto i posti rimasti vacanti, anche in servizi indispensabili come l'emergenza «ma hanno continuato la poltica di sprechi e clientelarismo che sta portando allo sfascio il Ssn».

«I medici pubblici dicono basta!», conclude Cassi. Che minaccia: «Se il blocco dovesse essere concretizzato si aprirà una stagione di lotta con manifestazioni e scioperi in tutti gli ospedali d'Italia».