Lavoro e Professione

Fism contro le contaminazioni medico-infermiere

No alle contaminazioni tra il lavoro del medico e quello dell'infermiere: «non esiste alcun tipo di accordo che possa in alcun modo attribuire all'infermiere competenze e responsabilità che la legge riserva ai medici». La Fism boccia così la bozza di accordo Stato-Regioni sulla ridefinizione delle compenenze e responsabilità degli infermieri e avverte: «soluzioni affrettate posono comportare rischi per i pazienti».

La presa di posizione della Federazione delle società medico scientifiche in un documento approvato dal direttivo che analizza in nove punti tutte le criticità della bozza allesame della Stato-Regioni, chiedendo alle istituzioni di essere ascoltata, nella sua qualità di rappresentante delle società scientifiche - insieme ai sindacati, Ordini professionali, Università.

Secondo la fisma, in particolare «Il rapporto tra competenze e responsabilità professionali non può essere, nemmeno in parte, disgiunto», ovvero il medico non può essere in alcun modo costretto a delegare parte dell'attività, che gli compete per legge, continuando a farsi carico delle relative responsabilità.

L'eventuale rielaborazione del profilo professionale dell'infermiere - rimarca ancora la Fism - «potrà avvenire solo attraverso un percorso formativo certificato» e la proposta di revisione dei profili professionali degli infermieri «deve essere assolutamente valutata in considerazione delle competenze che verranno inserite nell'ambito dei profili giuridici e non sulla base di esperienze che hanno riguardato solo alcuni settori delle attività infermieristiche ed in alcune regioni prese a campione». La modifica del profilo, in altri termini «può essere solo realizzata nel rispetto delle norme» e «deve scaturire dal confronto tra le figure chiamate in causa».

«L'eventuale attribuzione futura di competenze professionali proprie dei medici al nuovo profilo infermieristico - prosegue la nota - può essere accettata solo dopo una necessaria revisione e aggiornamento professionale "obbligatorio" da parte di tutti i professionisti interessati» e della novità dovrà essere data ampia e corretta informazione ai cittadini «che devono conoscere le nuove responsabilità attribuite a un profilo professionale costruito su di un percorso di studi di soli 3 anni».

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