Lavoro e Professione

ESCLUSIVO Mmg hi tech, voglia di futuro con tablet e smartphone

La maggior parte dei medici di base visita tra 11 e 50 pazienti al giorno (86%) nel proprio studio (unico nel 73% dei casi, anche se il 26% dei medici ha dichiarato di possederne fino a tre) e lo fa nel 50% dei casi per almeno 15-30 minuti. In realtà, anche se dalle risposte alle domande emerge un'attività quantomeno equilibrata delle visite dei dottori, nessuno visita i propri pazienti per più di 30 minuti, nemmeno quelli che di visite giornaliere ne hanno dichiarate meno di dieci.

E il medico visita anche a domicilio se è il caso, fino a oltre 8 volte a settimana (44%), ma con molta parsimonia il sabato e la domenica, quando le visiste a casa dei pazienti nell'84% dei casi non raggiungono quasi mai le due, anche se c'è qualcuno (un "pugno" di una trentina di dottori) che ne dichiara addirittura oltre sei nel weekend.

È questo lo spaccato dell'attività dei medici di base (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) che emerge dal sondaggio realizzato da Health Monitor CompuGroup Medical, iniziativa di CompuGroup Italia in sinergia con Il Sole-24 Ore Sanità. All'indagine hanno risposto 1.713 medici delle cure primarie (1.360 Mmg e 353 pediatri), pubblicato su Il Sole-24 Ore Sanità n. 10/2013.

L'evoluzione della professione medica, e in particolare quella delle cure primarie, soprattutto dopo i cambiamenti che si profilano con l'applicazione della riforma Balduzzi, richiedono al medico del territorio diverse modalità di lavoro. L'esigenza di una maggiore continuità assistenziale, di associazione anche attraverso nuove e più allargate forme di aggregazione, di collegamenti in rete con i colleghi e anche con i pazienti, sarà tanto più agevole quanto più il medico sarà già preparato a innovare la sua professione, migliorando contestualmente la qualità della sua vita professionale e personale.

I medici di base sono pronti (o almeno dichiarano di esserlo): credono nell'informatizzazione della loro professione. Anzi, sono convinti che sia proprio lì il futuro della gestione dei propri pazienti e del loro aggiornamento, soprattutto per quanto riguarda il capitolo delle visite a domicilio, ma anche per quel che concerne la necessità "immediata" di consultazione di banche dati e informazioni su patologie e farmaci e gli scambi "in rete" con i colleghi.

Gli informatori e l'aggiornamento sui farmaci. I medici accettano gli informatori scientifici a studio, ma non con enorme entusiasmo: il 90% ne vede meno di tre al giorno, per non più di 15 minuti (85%) e preferirebbe (45%) contatti e informazioni per via telematica e comunque (47%) contatti solo su richiesta o per appuntamento.

D'altra parte i medici restano informati: aggiornano con relativa regolarità le banche dati a loro disposizione sui farmaci (almeno settimanale nel 52% dei casi) e per la propria formazione preferiscono comunque (in entrambi i casi nel 75%, perché molti medici hanno scelto le due opzioni indifferentemente) convegni, congressi e, appunto, internet e collegamenti on line.

Ma analizzando nello specifico il rapporto medici-informatori con una domanda aperta (che quindi non risulta nel sondaggio ma è utilizzata per meglio comprendere il significato delle altre risposte) emergono posizioni "estreme" di chi, più ancorato al passato, preferisce in assoluto il "contatto umano" con l'informatore rispetto a quello con il pc e chi invece per aggiornarsi organizza veri e propri meeting («comunità di pratica», le definiscono alcuni) per aggiornarsi su argomenti specifici di taglio clinico.
La maggior parte dei medici tuttavia, anche se accetta l'innovazione, preferisce un approccio più tradizionale con gli informatori anche se assolutamente controllato negli accessi, nel numero nei tempi.
E tra il commento dei medici ai canali di informazione utilizzati al di là di quelli indicati nelle risposte al sondaggio, c'è stato anche chi ha sottolineato l'ascolto particolare di ciò che dicono pazienti e farmacisti, «spesso più informati di noi - ha detto - su norme e normative».

L'informatizzazione. Un capitolo a parte meritano le domande relative all'informatizzazione presente e futura di Mmg e pediatri.
Sul versante dell'informatizzazione - punto essenziale delle nuove cure sul territorio soprattutto per la messa in rete dei medici e degli studi e per i controlli - l'indagine rileva tanta formazione, lavoro con il pc anche da casa, molti smartphone, parecchi tablet; voglia di connessione, scambio dati e informazioni con strutture sanitarie e pazienti. I medici sono, insomma, tutti pronti per la mobilità. E il medico delle cure primarie sembra cavarsela, tra normative e innovazione del settore.
L'85% è stacanovista e lavora con il pc anche da casa. Tanto tempo però va via per eseguire gli aggiornamenti dei data base dei farmaci o del software stesso. E ancora di più per mettere al sicuro i dati clinici con i backup che molti medici eseguono anche giornalmente.
Almeno il 30% poi già utilizza i tablet (di cui il 68% Ipad) e il 37% pensa di dotarsene a breve. Di questi il 46% non sa ancora quale tablet acquistare, mentre il 28% pensa ad Ipad e il 21% a un Android.

Ma cosa ci fanno con i tablet i medici? Il 97% lo usa più che altro per motivi personali ma attenzione: almeno il 76% anche per motivi professionali e il 60% acquista applicazioni dallo store.
Va ancora meglio con gli smartphone: il 46% dei medici ne ha uno e il 23% pensa di acquistarne uno a breve. Ma per gli smartphone rispetto ai tablet c'è un perfetto pareggio tra i fan di Iphone e quelli di Android.
Cosa ci fanno oltre che telefonare? Il 79% lo usa per navigare in internet e il 77% per gestire le email. Ma oltre che comunicare (87%) ed essere connessi alla rete (87%), il 72% pensa sia uno strumento utile per avere i contatti con le Asl e le strutture sanitarie in genere, il 68% vorrebbe gestirci la cartella clinica del paziente e il 55% comunicare direttamente con il paziente.
Tutto questo anche se ancora a internet si accede principalmente dal pc, da casa o dallo studio e poco ancora in mobilità: il 31% sommando il "molto" al "mediamente".
Ma ancora una volta dalle domande aperte arrivano altre "interpretazioni" della funzione dei device mobili che i medici ritengono utili nella loro professione.

La più gettonata è quella delle certificazioni on line a domicilio del paziente e la gestione delle prescrizioni dei farmaci sempre a domicilio. Tanto che molti immaginano su questi strumenti la ricetta elettronica e anche la possibilità di consultare banche dati e le schede tecniche dell'informatore farmaceutico direttamente on line quando non ci sono gli strumenti del proprio studio (o di casa come molti hanno sottolineato).

Tutti comunque focalizzano gli usi alternativi dei device sulla professione, dalla consultazione di internet per lavoro alla comunicazione con i propri pazienti, dalle foto e dalla scansione di documenti al collegamento in rete con i propri colleghi.

Ci sono però alcune verità dietro al mondo dell'informatizzazione degli studi, soprattutto perché non tutti i medici (anzi, gran parte) vivono nelle grandi città ipercollegate. E una di queste è rappresentata dalla risposta di un medico: «Il device mobile potrebbe essere il futuro. Peccato che non tutte le zone sono coperte con la rete: per noi, poveri "umani" di provincia, molte cose sono spesso ancora fantascienza».

VEDI IL RISULTATO DEL SONDAGGIO SU IL SOLE-24 ORE SANITA' N. 10/2013