Lavoro e Professione

Dirigenza medica alle barricate contro le proposte Aran su relazioni sindacali, permessi e distacchi

Secco no all'Aran delle confederazioni della dirigenza Ssn alla proposta di accordo quadro sulle relazioni sindacali e nulla di fatto su permessi e distacchi per la dirigenza.

Ancora prima di aprire le trattative per il rinnovo dei contratti ferme al 2009, è già rovente il clima sindacale alimentato dal malumore legato al blocco degli accordi dal 2009 e fino a tutto il 2013 (con l'ipotesi che il Governo possa prolungarlo al 2014). Mancano inoltre, lamentano i sindacati secondo la documentazioni riportata sul sito dell'Anaao-Assomed, il modello contrattuale, le aree di contrattazione e l'indennità di vacanza contrattuale - che dovrebbe decorrere da aprile 2013 - non è stata definita e finanziata, anzi, anche in questo caso l'ipotesi è della sua abolizione.

Relazioni sindacali. L'atto di indirizzo è inaccettabile secondo le confederazioni per una serie di motivi:
- è inefficace nel definire modifiche delle relazioni sindacali, incardinate dalla riforma Brunetta «con il risultato di inserire in un contratto norme legislative spesso vessatorie»;

- è inefficace nel determinare i tempi di applicazione delle norme e il tavolo di trattativa non può differire la norma che cancella la validità degli accordi integrativi in contrasto con la 150/2009 al 31 dicembre 2012;

- è riduttivo rispetto all'accordo del 3 maggio 2012 limitando le novità al solo esame congiunto su materie non meglio definite di rapporto di lavoro;

- è intempestivo rispetto all'apertura di una nuova legislatura che dovrà affrontare il tema delle relazioni sindacali modificando l'impianto della Brunetta;

- è un «confuso tentativo di conciliare la Brunetta e l'accordo del 3 maggio 2012»;

- è invasivo delle competenze dei singoli contratti di lavoro che verrebbero scavalcati dalle norme dell'accordo quadro eliminando le specificità dei singoli comparti e della dirigenza.

Rottura evitata alle trattative per ora solo per l'impegno dell'Aran a riferire alla parte politica le osservazioni emerse, ma di ulteriori incontri ancora non se ne parla.

Permessi e distacchi. La trattativa si è arenata alla prima seduta dell'11 marzo all'Aran, lasciando in sospeso il contratto fermo ormai dal 2005. Il motivo è sempre lo stesso, spiega la Cosmed: il rifiuto della Funzione pubblica di riconoscere anche alla dirigenza i 30 minuti annui per ogni dirigente in servizio alle rappresentanze locali dei dirigenti (Rsa) in analogia con quanto già previsto per le Rsu del comparto.

Secondo la parte pubblica la dirigenza non ha effettuato le elezioni delle Rsu e quindi non le competono i 30 minuti: il monte complessivo di prerogative sindacali sarebbe quindi di 90 minuti per ogni dipendente e solo di 60 minuti per ogni dirigente.

«In realtà - spiegano Giorgio Cavallero e Pierluigi Ugolini della Cosmed - nell'ultimo accordo del 2005 anche alla dirigenza erano stati assegnati i trenta minuti e l'attuale accordo li riconosce e li rende disponibili al momento. Negli anni si è determinata una condizione paradossale: il rinnovo del contratto comporta la perdita di un terzo dei permessi e la dirigenza non ha interesse alcuno a rinnovarlo».

La Cosmed - come le altre confederazioni della dirigenza - ha formalizzato la richiesta di un intervento «politico-normativo senza il quale anche questa tornata contrattuale non consentirà di stipulare il contratto-quadro aggiornando i permessi e i distacchi sulla base delle recenti rilevazioni».

Cinque le osservazioni della confederazione su permessi e distacchi:

1) l'irrinunciabilità del contingente ormai acquisito nel tempo;

2) l'equipollenza tra le Rsa della dirigenza e le Rsu;

3 ) l'accordo del 3 maggio 2012 che riconosce pari dignità alle rappresentanze dei dirigenti rispetto alle Rsu;

4) le difficoltà di applicare un meccanismo elettorale alla dirigenza per i numeri ristretti e per i compiti e le funzioni dirigenziali spesso difficilmente compatibili con campagne elettorali all'interno delle strutture;

5) l'impossibilità di pretendere dalle organizzazioni sindacali della dirigenza la sottoscrizione di un contratto peggiorativo dell'esistente.
«Sul piano politico - conclude la Cosmed - non è accettabile una così palese discriminazione dei dirigenti rispetto agli altri lavoratori sul piano delle prerogative sindacali».