Lavoro e Professione

Medici di famiglia, Smi all'attacco della Fimmg: «Basta con i furbetti delle sostituzioni sindacali e con gli abusi»


Lunghi coltelli tra i sindacati dei medici di famiglia. Era il segreto di Pulcinella ma lo Smi adesso lo rivela a gran voce: è stato Giacomo Milillo in persona, il segretario della Fimmg, ad aver proposto il ricorso - respinto dal tribunale di Roma - contro l'Asl Roma D che gli aveva contestato le troppe ore di sostituzione sindacale richieste in relazione ai suoi assistiti. Non ci sta, lo Smi, a incassare senza battere ciglio la circolare Sisac (anticipata su questo sito e sul Sole-24 Ore Sanità n. 14/2013) che è seguita alla controversa giudiziaria e che chiarisce come, secondo la convenzione, i medici debbano pagare di tasca propria i sostituti per le ore in cui i medici svolgono la loro attività sindacale.

Salvo Calì, segretario nazionale del Sindacato dei medici italiani (Smi), contesta duramente la decisione della controparte pubblica, assunta con il fattivo sostegno delle Regioni, e censura «coloro che, con grande faccia tosta, si ergono adesso a paladini dei diritti sindacali e che, invece, sono i primi responsabili di questo attacco». Nel mirino proprio la Fimmg, ritenuta la causa principale di questa situazione: «I "furbetti" delle sostituzioni sindacali con i loro "abusi" – sottolinea Calì - stanno permettendo alle Regioni e, quindi, alla Sisac di demolire le relazioni sindacali della medicina convenzionata e negare, così, i diritti dei medici di famiglia. I fatti si leggono con chiarezza nell'ordinanza del tribunale di Roma. In sintesi: sono stati richiesti rimborsi in relazione alle ore di sostituzione assegnate dall'organizzazione sindacale e non in relazione alle ore di sostituzione in effetti prestate dal sostituto. Un "abuso" ? Per l'Asl sì e per il tribunale pure. Ordinanza che, oltretutto, stranamente, non è stata impugnata dal diretto interessato».

Per lo Smi questa vicenda aumenta la sfiducia nei confronti dei medici e indebolisce ulteriormente la categoria: «In un clima di grave diffidenza nei confronti dei medici, ma anche dei sindacati (e del sistema ordinistico) qualcuno ha pensato bene di scrivere un'ulteriore pagina di malcostume, tipica di una "casta" lontana dalla realtà e incapace di dare esempi virtuosi. Un altro episodio che va di pari passo con la controversa pratica delle sponsorizzazioni di prodotti commerciali, vedi la campagna di qualche mese fa (sempre della Fimmg) sulle crociere e le acque minerali (ma anche di qualche anno fa delle uova e i pediatri) e con l'ingombrante conflitto di interessi tra cariche ordinistiche e previdenziali: o si è segretari di un sindacato o si è presidenti di Ordini. Stesso discorso vale per l'Enpam. Rimane ancora, aperta in tal senso, la grave vicenda del presidente della Fnomceo, dell'Ordine di Torino e senatore, Amedeo Bianco, di cui ancora attendiamo le dimissioni dai ruoli ordinistici».

Per Calì, spetta ai medici dire basta. «La maggior parte della categoria lavora in condizioni precarie e difficili, con il blocco dei contratti e delle convenzioni, oberata di compiti impropri e spesso al centro delle polemiche come capri espiatori di una malasanità causata dalla perniciosa ingerenza dei partiti nella gestione del Ssn. In più ora dobbiamo subire l'onta della demolizione dei nostri diritti, a causa di alcuni, pochi (uno o più?), ma ai massimi livelli della Fimmg, che hanno preteso più di quanto gli spettasse con le sostituzioni e i relativi rimborsi. Come Smi abbiamo impugnato la circolare della Sisac, ma il danno fatto è enorme».