Lavoro e Professione

Stop alle visite fiscali d'ufficio, medici in piazza a Roma contro l'Inps. La Fnom chiede «un tavolo interministeriale»

No allo stop delle visite fiscali d'ufficio. Sono stati più di 200 stamattina i camici bianchi che hanno protestato davanti alla sede della direzione generale dell'Inps a Roma, in rappresentanza degli oltre mille medici fiscali italiani. Una protesta indetta da Fimmg, Nidil Cgil, Uil Fpl e Sin.Me.Vi.Co. per chiedere all'Istituto nazionale di previdenza di sospendere il provvedimento che di fatto blocca le visite d'ufficio ai lavoratori indipendenti. Mettendo a repentaglio centinaia di incarichi.

La decisione dell'Inps, figlia dei tagli imposti all'ente, dovrebbe portare al taglio di circa 800mila visite fiscali. Ma per la Fimmg, il maggior sindacato dei medici di medicina generale, la "cura" potrebbe aggravare la malattia, invece di guarirla. Se vengono a mancare i controlli - dice il sindacato - i "malati immaginari" potrebbero infatti aumentare e ogni aumento dell'assenteismo tra lo 0,1% e lo 0,2% costa infatti 100 milioni di euro in più. Praticamente il doppio rispetto a quanto l'Inps risparmierà grazie a questo provvedimento.

Una delegazione dei medici è stata ricevuta dalla dirigenza dell'Inps al termine della manifestazione. «È stato un incontro interlocutorio», spiega il coordinatore nazionale del settore Inps della Fimmg, Alfredo Petrone. «Da parte dell'Istituto c'è l'intenzione di revocare il provvedimento rimodulando in termini quantitativi il servizio delle visite fiscali d'ufficio. Anche se non ne conosciamo ancora i termini, è evidente l'intenzione di ridurre in modo significativo il numero delle visite d'ufficio rispetto al passato. La prossima settimana saremo ricevuti nuovamente: per ottenere nuove informazioni e discutere nel dettaglio il nuovo provvedimento».

L'impatto della scelta dell'Inps è rilevante. «Ci arrivano con insistenza voci secondo le quali ci sarebbero molte aziende private in crisi che per non pagare gli stipendi ai dipendenti invitano i lavoratori a mettersi in malattia», affermaTiziana D'Ignazio, medico fiscale Inps di Palestrina. «Praticamente una nuova forma di cassa integrazione. Tanto l'Inps le visite non le fa e a pagare le retribuzioni dei lavoratori è proprio l'istituto».

«La decisione presa dall'Istituto - aggiunge D'Ignazio - mette a repentaglio
centinaia di incarichi professionali. Si tenga conto che le nostre retribuzioni per l'80% sono frutto del lavoro svolto per l'Inps».

A sostegno dei medici si è schierata la FnomCeO. «Il provvedimento dell'Inps – hanno commentato i rappresentanti della Federazione degli Ordini, al termine di una riunione tenuta a Roma nel fine settimana - determina una insostenibile riduzione del lavoro dei medici fiscali, retribuiti con un contratto atipico a prestazione, ma vincolati da gravose incompatibilità che rendono impossibile lo svolgimento di altre significative attività anche libero professionali».

«Al di là della pur drammatica situazione di oltre mille professionisti che, da anni, svolgono un'attività molto spesso esclusiva e priva di tutele, emerge l'incongruità di un provvedimento che, a fronte di una riduzione delle spese, potrebbe determinare un aumento degli oneri per prestazioni di malattia, molto superiore al risparmio che si propone di realizzare», hanno continuato.

L'esistenza di un'organizzazione di controllo è infatti irrinunciabile garanzia di equilibrio e di equità del sistema. In sua assenza – è questo il timore di Ordine e sindacati - gli stessi medici certificatori potrebbero essere esposti a pressioni improprie, «in un momento di crisi economica che potrebbe determinare comportamenti opportunistici tendenti a confondere prestazioni di malattia e ammortizzatori sociali».

La Fnom ha già chiesto l'attivazione urgente di un tavolo interministeriale che recepisca le problematiche e che intervenga, identificando idonee risorse, «revocando immediatamente il provvedimento di sospensione, nell'interesse, in primo luogo, dell'appropriatezza delle prestazioni e del contenimento delle spese reali, al di la di ogni cosmesi di bilancio».