Lavoro e Professione

Ultimatum dalla Commissione Ue: due mesi all'Italia per adeguare il riposo dei medici alle normative comunitarie

Due mesi per mettersi in regola con la normativa Ue, poi scatterà la messa in mora e l'Italia sarà deferita alla Corte di Giustizia. La Commissione europea ha chiesto oggi all'Italia di rispettare il diritto dei medici che lavorano in strutture sanitarie pubbliche a periodi minimi di riposo giornaliero e settimanale, come stabilito dalla direttiva sull'orario di lavoro (Direttiva 2003/88/CE).

In base alla legislazione italiana numerosi diritti fondamentali stabiliti nella direttiva sull'orario di lavoro, quali la durata media dell'orario di lavoro settimanale limitata a 48 ore e un periodo minimo di riposo giornaliero di 11 ore, non si applicano agli "amministratori" che lavorano presso il Servizio sanitario nazionale. La direttiva consente agli Stati membri di derogare ai suddetti diritti quando si tratta «di dirigenti o di altre persone aventi potere di decisione autonomo».

I medici che lavorano per la sanita' pubblica italiana, tuttavia, sono classificati ufficialmente come "amministratori" senza godere necessariamente di prerogative dirigenziali o di autonomia rispetto al proprio orario di lavoro. Ne consegue un'ingiusta privazione dei diritti garantiti loro dalla direttiva sull'orario di lavoro. Il sollecito della Commissione e' arrivato sotto forma di parere motivato nel quadro dei procedimenti di infrazione dell'Ue.

L'Italia dispone ora di due mesi per notificare alla Commissione le misure adottate per allineare la legislazione nazionale alla normativa dell'Unione. Se non lo fara', la Commissione potra' decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue.

«Il periodo minimo di riposo giornaliero per i medici è posto a garanzia della sicurezza delle cure al cittadino e deve essere tutelato. Come ricorda oggi la Commissione europea al Governo italiano. Soprattutto alla luce del blocco del turnover e dell'aumento dei contenziosi in sanità, frutto anche dell'enorme carico di lavoro a cui i medici sono costretti. Ora il Governo intervenga modificando la legge», ha commentato il segretario nazionale dell'Anaao Assomed, Costantino Troise
«L'Anaao - prosegue - ha sollevato questo problema in passato e quanto oggi suggerisce la Commissione europea non ci sorprende - aggiunge Troise - fu il Governo Prodi a stabilire la deroga per il periodo minimo di riposo compensativo per i dirigenti del Ssn, confondendo una dirigenza in piena autonomia e autogoverno con un'altra, medica, con altri contenuti professionali e che non si autodetermina».