Lavoro e Professione

ANTEPRIMA Deontologia: ecco il «cybercodice» elaborato dalla FnomCeo

di Barbara Gobbi (da Il Sole-24 Ore)

I dottori d'Italia alle prese con la cybermedicina, con le tecnologie integrate e con le nuove frontiere del web revisionano i principi-guida della professione e mettono mano al loro Codice deontologico. Che, aggiornato nel 2006, appare già superato: la rapida trasformazione della società, delle tecniche e dell'Ict impone un deciso restyling. I 106 ordini provinciali - riuniti nella federazione nazionale dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo) - stanno esaminando una prima bozza del nuovo Codice in 79 articoli (quattro in più dell'attuale), redatta da una commissione ad hoc. Entro la fine dell'anno, integrati gli emendamenti proposti dal livello locale, il "Codice 3.0" vedrà la luce.

La strada, intanto, è decisamente segnata ed è innanzitutto la realtà quotidiana a tracciarla. Basti pensare all'eclatante "outing" della divina Angelina Jolie, inevitabile modello per milioni di donne, che ha dichiarato di essersi sottoposta a una doppia mastectomia preventiva per scongiurare l'alto rischio di sviluppare un cancro al seno. E vien da pensare, ancora, al divo-antidivo Oscar Pistorius, diventato campione grazie a protesi hi-tech in fibra di carbonio. Due esempi eccellenti, tra gli innumerevoli possibili: emblematici di una medicina senza più confini, toccano profondamente l'opionione pubblica. E chiedono risposte ai medici, quotidianamente sollecitati sui limiti e sulle prospettive aperte nel settore della scienza e nelle tecnologie. Ma i progressi-lampo sono tutti da conciliare con le prerogative di autonomia e indipendenza rivendicate dalla professione e con il sacrosanto diritto dei pazienti alla privacy, al consenso informato, ad avere chance concrete di cura. Soprattutto quando queste ultime, almeno nella loro versione più sofisticata, sono riservate a una ristretta rosa di privilegiati. Il rischio da scongiurare, ancora più pressante ora che i cordoni della borsa sono serrati, è che la sanità diventi accessibile ai pazienti per "gironi": di serie A, B e C. Con buona pace dell'equità di accesso alle cure.

Ecco allora che anche il Codice di condotta dei camici bianchi, specchio dei tempi, acquista pezzi. Dei quattro articoli nuovi di zecca, tre affrontano le sfide dell'innovazione e dell'organizzazione sanitaria (il quarto disciplina invece la new entry "medicina militare"). L'articolo 76 della nuova bozza - anticipata su Il Sole-24 Ore Sanità n.24/2013 - si occupa proprio della "medicina potenziativa". Mirata cioè «non solo al recupero e all'ottimizzazione della funzionalità del soggetto ma anche alla intenzionale modifica e potenziamento del naturale funzionamento psicofisico dell'uomo». Come dovrà muoversi il medico in questi ambiti? Orientandosi, è la risposta, ai principi «di precauzione, di proporzionalità e di rispetto dell'autodeterminazione della persona». Verso le nuove tecniche c'è dunque un atteggiamento prudenziale: fari dell'agire dovranno essere il consenso informato e i criteri di equità, sicurezza, uguaglianza d'accesso, pertinenza e finalità sanitaria delle prestazioni. Sempre nel quadro di quell'alleanza terapeutica con la persona, che rischia di smarrirsi nella fitta foresta dei chip, del "cloud" e delle banche dati. Cui non a caso sono dedicati il nuovo articolo 78 sulle "tecnologie informatiche" e il decalogo a esso allegato, un vademecum per i dottori alle prese con l'Ict. Chiaro è lo sforzo di riuscire a cavalcare la tigre cybermedicina: la tecnologia - avvertono i medici - è preziosa e irrinunciabile, ma è uno strumento al servizio dell'appropriatezza clinica.

Nell'utilizzarla, il medico dovrà attenersi a «criteri di proporzionalità, di sicurezza e di necessità dell'intervento, di pertinenza e di esplicita e corretta finalità clinica, etica e deontologica, nel rispetto dell'autodeterminazione della persona, rifuggendo da ogni possibile discriminazione».

I dottori avranno bisogno di spalle larghe, e lo sanno: all'articolo 79 chiariscono il proprio ruolo nei processi di innovazione e organizzazione sanitaria. «Di fronte al necessario contenimento dei costi e alla razionalizzazione della erogazione delle prestazioni – promettono – il medico garantisce ai cittadini indipendenza di giudizio in scienza e coscienza». Nel segno dell'Ict.