Lavoro e Professione

Troise (Anaao): «Per evitare lo sciopero subito un tavolo contrattuale senza oneri, ma che ridiscuta le regole»

Se il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato che l'ipotesi di una contrattazione limitata alla sanità non è percorribile (VEDI INTERVISTA SU IL SOLE-24 ORE DI IERI) , Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed, ritiene che sia miope non riconoscerne la specificità e puntualizza in un intervista DoctorNews riportata sul sito dell'Anaao : «Mi pare che siano state previste delle deroghe anche per il settore sicurezza. Ed è curioso che si dedichi più attenzione alla sicurezza del portafoglio che a quella delle cure».

Dopo la lettera con cui appresentanti dei lavoratori del Ssn minacciano uno sciopero nazionale da tenersi entro il mese di luglio, il ministro ha mandato i suoi segnali di apertura, ma Troise osserva che alle parole ancora debbono seguire i fatti.

«A noi interessa un tavolo contrattuale che non comporti oneri per la finanza pubblica, ma che ridiscuta le regole. Non è solo un interesse nostro, è un interesse di sistema», prosegue Troise nell'intervista. E, in riferimento al rinnovo degli accordi nella medicina convenzionata attuato nella scorsa legislatura, Troise continua: «Appare francamente complicato pensare di riscrivere le regolamentazioni per una parte della sanità lasciando a bagnomaria tutto il resto, che poi costituisce la parte predominante per il numero di professionisti coinvolti e di strutture».

La richiesta di apertura di tavoli contrattuali ufficiali («non possiamo certo immaginare di fare dei tavoli segreti» è collegata all'intervento sul Dpr che ha esteso a tutto il 2014 i vincoli alla contrattazione individuale fissata ancora al 2010 e quelli legati ai fondi accessori.

Riguardo alla promessa del ministro di fondi che devono arrivare dall'Europa e saranno impiegati anche per le professioni sanitarie, Troise giudica l'ipotesi in modo positivo ma ne avverte un sapore ancora troppo vago: «Auspichiamo in particolare che gli incentivi vadano anche ai giovani medici che vivono in una condizione drammatica. Il precariato sempre più diffuso e ormai circa il 25% degli studenti di medicina comincia a pensare di andarsene all'estero. È opportuno che si rendano stabili i posti già occupati dai contratti atipici ma anche che si apra la strada per una nuova vera occupazione».