Lavoro e Professione

«Arrestare la deriva del Ssn»: lettera aperta dell'Intersindacale della dirigenza a Beatrice Lorenzin

«Non ignori la nostra protesta: sollecitiamo una attenzione particolare e un contributo a ricercare in ogni sede e con ogni sforzo possibile soluzioni che arrestino una deriva regressiva del sistema a cui i dirigenti medici, veterinari, sanitari, tecnici, amministrativi, e professionali del Servizio sanitario nazionale e i medici in formazione specialistica per primi
non si vogliono arrendere»: questo l'appello che l'intersidnacale medica ha inviato oggi con una lettera aperta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin a pochi giorni dallo sciopero del 22 luglio.

L'intersindacale sottolinea nella lettera che i provvedimenti basati sui tagli lineari degli ultimi anni «hanno provocato pesanti ripercussioni sul sistema dell'offerta dei servizi, minacciando l'erogazione stessa dei livelli essenziali di assistenza».

E sommati «al ritardo o all'assenza» di iniziative legislative sulla responsabilità professionale e la tutela assicurativa e che «segnino una via di uscita al dramma del precariato» hanno provocato «un grave deterioramento delle condizioni di lavoro del personale medico e sanitario che si traduce in milioni di ore di straordinario non pagato, nel taglio indiscriminato di strutture semplici e complesse, con limitazione della progressione di carriera, nell'incremento del numero dei contratti atipici e nel ricorso alla medicina difensiva».

L'effetto di tutto questo è che - prosegue l'Intersindacale - un sempre maggior numero di cittadini rinuncia alle cure o è costretto a «un massiccio ricorso alla sanità privata» e aumenta il disagio del personale sanitario «lasciato solo ad affrontare la domanda di salute dei cittadini».

Il blocco della contrattazione nazionale e decentrata fino al 2014 «allunga ormai a cinque anni - continua la lettera - la sospensione dei diritti per il personale sanitario e dimostra ancora una volta come la crisi economica diventi un alibi per una fuga dalle responsabilità di un confronto che sia allo stesso tempo strumento di cambiamento e di recupero di ruolo e prerogative sindacali».

«Sarebbe auspicabile in tal senso un Suo intervento - scrivono i sindacati al ministro - nel corso dell'approvazione definitiva del Dpr, affinchè la dirigenza del Ssn non sia interessata dall'ulteriore blocco della contrattazione nazionale».

Che spiegando le ragioni dello sciopero sottolineano come «con la protesta chiediamo di rendere esigibili diritti ancora oggi negati e che consideriamo essenziali al nostro lavoro: la sicurezza delle cure ed il riposo psico-fisico, una giusta e completa formazione professionale e l'adeguatezza delle dotazioni organiche, una progressione di carriera fondata sulla competenza professionale e sul merito al riparo dalla invadenza della politica ed una organizzazione del lavoro rispettosa dei tempi di vita. Pretendiamo luoghi di lavoro, a cominciare dal Pronto soccorso, caratterizzati da dignità, sicurezza ed appropriatezza, esigiamo la fine dello sfruttamento del lavoro precario».