Lavoro e Professione

Privatizzazione Croce rossa italiana: probabile slittamento oltre il 1° gennaio 2014

Il processo di privatizzazione della Croce rossa italiana potrebbe slittare oltre il 1° gennaio 2014 «perché i decreti attuativi sono ancora fermi. Questo ci darà un po' più di tempo, ma i ministeri devono trovare una soluzione che salvaguardi i 4 mila posti di lavoro a rischio». Lo ha detto il coordinatore nazionale dell'Usb, Massimiliano Gesmini, al termine dell'incontro al ministero della salute sulla questione che riguarda la privatizzazione della Croce rossa italiana.
Alla riunione - cui non ha partecipato il ministro Beatrice Lorenzin, ma il responsabile della segreteria politica e il direttore generale - i responsabili del sindacato hanno spiegato «qual é la situazione, che non si possono mandare a casa 4 mila lavoratori - ha aggiunto Gesmini - loro ci hanno detto di conoscere la situazione, ma che i decreti attuativi ancora sono fermi e non hanno ricevuto dal ministero della Funzione pubblica alcuna convocazione per discutere le eventuali modalità con cui affrontare la questione». Gesmini ha sottolineato, inoltre, che «abbiamo detto loro della denuncia alla Guardia di finanza presentata sui bilanci poco chiari e sul modo con cui é stato costruito il decreto. Gli abbiamo chiesto di vigilare. Quanto prima avremo una risposta, altrimenti a settembre sarà sciopero generale».

Intanto già oggi i lavoratori della Usb del Lazio si sono ritrovati per manifestare davanti alla sede di Lungotevere Ripa. Dopo l'incontro con i dirigenti del ministero il responsabile Sanità Usb Sabino Venezia ha anunciato che «il ministero organizzerà dei tavoli formali di responsabilità con i sindacati per salvaguardare i posti di lavoro. Inoltre - ha aggiunto Venezia - valuteranno attentamente la possibilità di rimettere in discussione il decreto legislativo», che sancisce la definitiva scomparsa dell'ente pubblico Cri e la sua successiva privatizzazione.