Lavoro e Professione

Permessi e distacchi sindacali: bocciata la proposta Aran

Permessi e distacchi della dirigenza pubblica: le confederazioni bocciano l'ennesima proposta Aran. Che ha rinviato tutto per evitare una rottura del tavolo.

Dopo il primo «no» di marzo (VEDI NOTIZIA SU QUESTO SITO ) motivato soprattutto dal rifiuto della Funzione pubblica di riconoscere anche alla dirigenza i 30 minuti annui per ogni dirigente in servizio alle Rsa in analogia con quanto già previsto per le Rsu del comparto, la situazione, secondo la Cosmed, è ulteriormente peggiorata nella bozza del 5 luglio che «non offre alcuna flessibilità e introduce ulteriori elementi di rigidità, non presenti nel contratto quadro recentemente sottoscritto dal comparto». Si tratta, spiega la confederazione dei medici dirigenti, di tre aspetti:

- è richiesto «un preavviso minimo di 7 giorni» per l'utilizzo di permessi da inoltrare per via telematica;

- è prescritto che se le trattative avvengono in orario di lavoro si utilizzino i permessi sindacali. «Si dimentica che i dirigenti non hanno un orario di lavoro fisso e che i permessi già decurtati di un terzo verrebbero così ulteriormente ridotti», sottolinea la Cosmed. Aggiungo che «inoltre la norma generale prevede già che le trattative avvengano fuori dall'orario di servizio. Infine è l'Amministrazione a convocare le organizzazioni sindacali e pertanto dovrebbe essere sua cura evitare di convocarle in orari che possano arrecare disservizi»;

- si genera confusione sulla natura delle prerogative sindacali che non richiedono "autorizzazione", ma semmai è l'azienda che con provvedimento motivato per documentate esigenze di servizio può non concedere il permesso.

Così resta ancora in alto mare una trattativa che dal 5 ottobre 2005 non riesce a trovare un punto di accordo.

«Per di più - aggiunge la Cosmed - la firma dell'accordo comporta la rinuncia a 30 minuti su 90 dei permessi complessivi che la legge attribuisce alle Rsu e che l'atto di indirizzo esclude possano essere erogati alla dirigenza. Di fronte a questi ostacoli era attesa una proposta che consentendo la massima flessibilità dei permessi fornisse una ragionevole compensazione del taglio subìto».

Su questo punto, causa già di attrito nelle precedenti riunioni, la Cosmed ha ribadito che in ogni caso il contratto non può sancire la perdita definitiva del diritto, ma semmai in un'apposita coda contrattuale calendarizzata «si dovranno cercare, previo un confronto politico, le modalità di equiparazione ai soli fini delle prerogative sindacali tra le Rsu e le attuali Rsa della dirigenza». «Non intendiamo in ogni caso - hanno detto Giorgio Cavallero e Pierluigi Ugolini della delegazione Cosmed - subire modelli della rappresentanza sindacale esterni alla dirigenza. In tal senso ci conforta il dispositivo della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha ribadito le prerogative della rappresentanza sindacale aziendale».

VEDI IL SERVIZIO SU IL SOLE-24 ORE SANITA' n. 27/2013