Lavoro e Professione

La «bufala» della pediatria h24: nessun vantaggio per i pronto soccorso

Se si togliessero dal pronto soccorso tutti gli accessi dovuti alla mancanza degli studi aperti sul territorio dei pediatri di libera scelta, si diminuirebbe il carico di lavoro del pronto soccorso del 5,74%.

Ma considerando i dati assoluti, l'apertura degli studi sabato e domenica terrebbe lontani 1.091 bambini dal Ps che divisi per il numero totale dei giorni considerati porterebbe a dover visitare sabato e domenica 10,50 bimbi in meno per giorno. «Una riduzione che non compirebbe una riorganizzazione del lavoro in Ps, né consentirebbe al pronto soccorso di risparmiare risorse mediche e/o infermieristiche. Forse diminuirebbero le file ma nulla di più. Viceversa far aprire gli studi dei pediatri anche tutti i weekend comporterebbe un aumento significativo di costi». E' questa la conclusione a cui giunge Francesco Medici, dirigente di primo livello al pronto soccorso del San Camillo Forlanini di Roma, vicesegretario nazionale del Sindacato medici italiani, vicepresidente della Federazione veterinari e medici e memebro del direttivo nazionale Cosmed.

Che in uno studio pubblicato su Il Sole-24 Ore Sanità n. 27/2013 in cui analizza i dati rilevati all'azienda ospedaliera San camillo Forlanini di Roma - una delle più grandi d'Italia - definisce quella dell'h24 in pediatria «una bufala» se il suo scopo è di allegerire i pronto soccorso.

E visto che si tratterebbe solo di spendere di più, secondo Medici queste risorse potrebbero essere spese per potenziare il personale medico e infermieristico dei pronto soccorso ottenendo «una riduzione delle file tutti i giorni della settimana oltre che condizioni lavorative migliori per tutto il personale. La scelta del pronto soccorso - conclude Medici - è una variabile indipendente dalla disponibilità di apertura degli studi e l'h24 non risolverebbe il nodo degli accessi né tanto meno i problemi di salute».

Secondo lo studio di Medici mentre nel pronto soccorso per adulti il problema dell'outcome nasce dalla spinta della famiglia al ricovero comunque, perché l'ospedale rassicura e il peso della malattia scompare dalla famiglia che riesce a "tirare il fiato" nella gestione del paziente, quasi sempre anziano, nel pronto soccorso pediatrico la situazione si capovolge. C'è un'"ansia" della famiglia che ha paura nel curare il bambino a casa, ma ha comunque la volontà di cure domiciliari o di un ricovero breve, visto che quello ordinario spesso complica i problemi: un genitore a turno assiste h24 il figlio.

Secondo lo sudio anche gli orari di affluenza sono indipendenti dalla gravità della patologia o dalla reale necessità di cure ospedaliere, o dalla assenza di una cura "territoriale". Gli accessi in orario diurno 8-20 sono 11.037 (studi pediatrici aperti) mentre i notturni sono 7.403 (studi chiusi).

VEDI LO STUDIO COMPLETO SU IL SOLE-24 OPRE SANITA' n. 27/2013