Lavoro e Professione

Medici con la valigia: fuga dall'Italia. Raccontateci la vostra storia

di Manuela Perrone

Li formiamo fino a trent'anni e poi li lasciamo fuggire, dove le incertezze sul futuro, il precariato e l'insoddisfazione non possono raggiungerli. Medici, dentisti e farmacisti italiani imbracciano la valigia e volano altrove. Destinazione Europa, soprattutto. Perché Germania e Gran Bretagna sono le mete preferite.

A parlare sono i dati del ministero della Salute, elaborati da Adnkronos: le richieste di attestato di conformità Ue, il documento indispensabile per poter lavorare all'estero, sono aumentate del 40% dal 2009 al 2012. Conta la fisiologica e benefica maggiore circolazione delle persone, certo. Ma è indubbio che pesi la patologica sofferenza dei camici bianchi italiani.

Se nel 2009 a chiedere i documenti per esercitare la professione all'estero sono stati 1.017 professionisti tra medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti, alla fine del 2013 le domande dovrebbero oltrepassare i 1.600. In quattro anni un crescendo ininterrotto: nel 2010 le richieste sono state 1.151, nel 2011 1.201 e nel 2012 1.413. In tutto 4.782 camici bianchi hanno deciso di lasciare l'Italia.

Il ministero della Salute precisa che «la richiesta dell'attestato di conformità, di per sé, non è direttamente riconducibile alla volontà del professionista di trasferirsi nell'immediato in un Paese dell'Unione europea, né tantomeno che il professionista abbia già un'offerta di lavoro in un Paese dell'Unione». Il ministero precisa inoltre che nei dati globali «rientrano anche i neo laureati che pensano di frequentare una scuola di specializzazione all'estero».

Però è indubbio che la spinta a cercare fortuna altrove c'è. Per Giorgio Santarello, dirigente del settore lavoro e formazione all'Eures di Padova, ad attirare «non sono tanto gli stipendi più alti, ma soprattutto i termini dei contratti di lavoro, che all'estero sembrano essere meno precari: i medici italiani chiedono di trasferirsi all'estero, soprattutto Germania, Gran Bretagna e Danimarca, perché vengono assunti a tempo indeterminato». Una chimera in Italia, dove il blocco del turnover ha chiuso il rubinetto dei concorsi nelle Asl e alimentato lo spettro della disoccupazione per tanti giovani professionisti.

La stessa lettura è offerta da Costantino Troise, segretario nazionale dell'Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti: «L'incertezza sul futuro lavorativo dei giovani medici italiani e l'insoddisfazione per il presente costituiscono la miscela che porta ad una fuga all'estero, dove di solito questi colleghi trovano un contesto capace di accettare le loro competenze. Questo fenomeno - aggiunge Troise - dovrebbe far preoccupare le istituzioni. Mi sembra invece che non sia affrontato da nessuno. Se noi oggi alimentiamo questa fuga di camici bianchi, domani saremo costretti a cercare medici altrove».

Non si sorprende neppure la presidente di Federfarma, Annarosa Racca: «È il risultato della crisi che ha colpito il settore e che spinge anche i giovani farmacisti ha guardare oltre confine». Racca guarda con speranza alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin: «Speriamo veramente che riesca a dare certezza e stabilità al settore, così da proteggere anche i nostri neolaureati. Confidiamo molto nel nuovo ministro. Insieme dobbiamo risollevare il ruolo della farmacia in Italia».

Il segretario culturale dei dentisti dell'Andi, Carlo Ghirlanda, rincara la dose: «Ormai in Italia per un giovane neolaureato in odontoiatria è diventato molto difficile trovare spazi di lavoro. Oggi aprire uno studio privato è molto costoso, a fronte di entrate in continuo calo: negli ultimi anni -30%. Senza contare poi la pressione fiscale altissima che ha portato questa professione in uno stato di sofferenza».

Liberi professionisti o dipendenti pari sono, dunque. Cambiano gli addendi ma il risultato non cambia: il disagio esiste. Il problema, per un Paese che investe sulla formazione e poi permette che le proprie risorse migrino altrove, è serio. Non è un caso che l'altro Stato dell'Europa occidentale dal quale i medici stanno fuggendo in massa sia la Grecia.

RACCONTATECI LA VOSTRA STORIA DI MEDICI, DENTISTI O FARMACISTI "IN FUGA": scrivete a manuela.perrone@ilsole24ore.com