Lavoro e Professione

Emergenza anestesisti: con i tagli alle risorse rischiano di non essere più in sala operatoria

Nuova emergenza in Sanità: i tagli indiscriminati alla spesa, attuati dalla spending review, hanno colpito le sale operatorie. E gli anestesisti, secondo gli interventi già in vigore in alcune Regioni, potrebbero non essere più presenti né effettuare le visite preventive. A lanciare l'allarme è Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana.

«Questa responsabilità, di cui devono farsi carico anche gli amministratori della salute pubblica, non può essere demandata al medico oculista che non può esprimere valutazioni che non gli competono», denuncia Piovella. e gli fanno eco anche i medici e gli ortottisti iscritti al sindacato ASMOOI.

«Inammissibile e pericolosa questa situazione»,tuonano. «Non è possibile eseguire in serenità operazioni chirurgiche senza il supporto di coloro che professionalmente per studi e competenze sono deputati ad intervenire. Il Governo e le amministrazioni periferiche non possono ignorare una delle condizioni fondamentali di sicurezza per garantire il livello essenziale della prestazione del servizio in sanità».

«Vogliamo portare a conoscenza che già nella Regione Veneto c'è questa situazione e daremo il via alla campagna "per salvare la tua vista richiedi la presenza del medico anestesista" utilizzando i maggiori media che hanno già dato ampia disponibilità di affiancamento per superare questa criticità a tutela della salute dei cittadini italiani» conclude Carlo Maria Villani, presidente ASMOOI.

«Le competenze peculiari e uniche del medico specialista in anestesia e rianimazione sono indispensabili per garantire la sicurezza di ogni paziente sottoposto ad intervento chirurgico» afferma Alessandro Vergallo, Presidente dell'Aaroi-Emac, l'Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani.

Che spiega: «L'intera questione relativa ai criteri generali in base ai quali deve essere prevista la presenza del medico specialista in anestesia e rianimazione nelle strutture ospedaliere è troppo complessa e delicata per poter essere demandata a iniziative orientate al mero risparmio di risorse. Se l'anestesista dovesse essere chiamato ad intervenire in emergenza su un paziente escluso a priori dalle sue prestazioni professionali, gli si accollerebbero estemporaneamente responsabilità simili a quelle assunte da chi interviene sulla scena di un grave incidente automobilistico per prestare soccorso ai feriti. Ed è evidentemente inaccettabile che una tale assunzione estemporanea di responsabilità debba avvenire non già sul ciglio di una strada, ma laddove la sicurezza del paziente non può essere considerata incidentale, cioè in una sala operatoria».

«L'esigenza di immediato intervento anestesiologico in sala operatoria può diventare drammaticamente reale in caso di complicanze, che di certo non sono sempre imprevedibili, soprattutto in pazienti a rischio.
Deve essere chiaro a tutti - concludono i medici - che se il medico anestesista viene escluso da una sala operatoria non potrà in alcun modo garantire tale immediatezza, ma potrà unicamente cercare di limitare i danni».