Lavoro e Professione

Patto per la salute, Anaao: «Vogliamo trattare noi». Nel pomeriggio tavolo Governo-Regioni

La ripresa del Patto per la salute è una buona notizia, ma «auspichiamo che come ha assicurato il ministro, i professionisti dipendenti del Ssn, insieme con le ragioni del loro lavoro, possano esserne protagonisti». Questo il commento del segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, alla vigilia dell'incontro di oggi pomeriggio tra Governo e Regioni.

Secondo Troise un patto per la salute che voglia essere nuovo non può ridursi «a un regolamento di conti o a un incontro tra istituzioni dominato da formulazioni regolamentarie o algoritmi economici». La sostenibilità non solo economica del servizio sanitario richiede un vero patto sociale che recluti le intelligenze e le competenze dei medici dipendenti agli obiettivi che si intendono raggiungere.

«Non vediamo come si possa parlare di livelli di assistenza sanitaria senza definire i livelli organizzativi delle strutture, essendo ormai evidente l'asimmetria tra ciò che si deve fare e ciò che si può fare. La medicina ospedaliera aspetta dai tempi di Mariotti e Donat Cattin parametri organizzativi capaci di garantire efficacia e sicurezza delle cure in coerenza con le risorse economiche, tecnologiche ed umane disponibili. In una ottica, questa volta, di sistema che sia capace di guardare insieme e raccordare quello che accade prima e dopo l'ospedale con quanto viene fatto all'interno delle mura».

Secondo il segretario Anaao l'agenda del Patto non può affrontare le problematiche del personale, che del Ssn rappresenta la principale e più costosa risorsa, «auto-attribuendosi una delega che nessuno ha concesso al ministro o alle Regioni. Né pensare di muoversi nel vuoto di uno spazio contrattuale che sia strumento di cambiamento e di riconciliazione della dimensione organizzativa con quella del lavoro».

Troise afferma che «se il patto per la salute non si traduce in un nuovo compromesso sociale tra Stato e professionisti i risultati saranno prevedibilmente scarsi e la sanità pubblica continuerà a rincorrere di manovra in manovra le ragioni della propria sopravvivenza acuendo il disagio dei cittadini».

Per questo l'Anaao chiede a ministro della Salute e presidente della Conferenza delle Regioni che medici e dirigenti sanitari non siano tagliati fuori dalla definizione di un nuovo Patto che assicuri il futuro del Ssn «insieme alla dovuta attenzione, e rispetto, per le ragioni del lavoro di quanti rendono esigibile un diritto costituzionale».