Lavoro e Professione

Cozza (Fp Cgil Medici): «Ripartire da un finanziamento adeguato del Ssn»

di Rosanna Magnano

«Un finanziamento adeguato al servizio sanitario nazionale necessario a garantire i livelli essenziali di assistenza, il diritto alla cura per i cittadini e il diritto a curare per i medici e gli operatori sanitari». E' questo, secondo Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici, il vero nodo cruciale da cui sarà necessario ripartire a settembre.

Quali sono le principali questioni aperte?

In sospeso rimane la questione contrattuale con un blocco delle retribuzioni fermo dal 2009 e prorogato a tutto il 2104, con regole normative ingessate che non consentono una appropriata dialettica sindacale ed il miglioramento della funzionalità dei servizi.
Vanno ristabilite condizioni di lavoro accettabili nei servizi ospedalieri e territoriali. I turni, a causa del blocco del turn over, sono diventati sempre più spesso insostenibili e siamo arrivati ad una situazione paradossale dove i medici sono sempre di meno, senza contratto, ma devono rispondere sempre di più ai bisogni di salute dei cittadini che in tempi di crisi avrebbero maggiore bisogno di un adeguato welfare.

Non ci sono stati segnali di attenzione?

Nonostante l'intervento dell'Europa, le nostre rivendicazioni, e il rischio di infrazione per una normativa legislativa e contrattuale italiana che non garantisce adeguati riposi e orari settimanali straordinari massimali, il Governo è silente. Dopo i proclami sul medico di famiglia 24 ore su 24, va realmente potenziata la rete assistenziale territoriale a partire da strutture sanitarie polispecialistiche aperte giorno e notte che costituiscano una valida alternativa all'accesso improprio al pronto soccorso, valorizzando le figure professionali che già vi operano a partire dalle guardie mediche, dai medici di medicina generale con poche scelte. E ovviamente uno strumento importante è il rinnovo delle convenzioni anche esse bloccate.

Se il territorio resta il tallone d'Achille, è da riscrivere comunque anche il capitolo dell'assistenza ospedaliera..

C'è bisogno di una riqualificazione della rete ospedaliera, con riconversioni e con investimenti per un suo ammodernamento, non più rinviabile stante la situazione strutturale di diversi presidi ospedalieri.
E sulla formazione c'è bisogno di rivedere l'iter universitario per una migliore qualità, coinvolgendo la rete dei servizi ospedalieri e territoriali ma senza consentire lo sfruttamento degli specializzandi per coprire i vuoti di organici.

Intanto la medicina difensiva non trova un argine valido..

Va affrontata in modo completo la questione della responsabilità professionale in sanità con il superamento della medicina difensiva e con una nuova normativa legislativa che da un lato non lasci i medici operare con l'ansia di essere strumentalmente denunciati da chi specula sulla salute e dall'altro che consenta ai cittadini di poter avere i giusti risarcimenti in tempi brevi.

Insomma il nodo dei precari è solo il primo passo?

La questione dei precari in sanità finalmente viene affrontata a livello politico nazionale. Ma il provvedimento approvato ieri dal Governo rischia di essere difficilmente applicabile in presenza di vincoli di bilancio e di situazioni finanziarie che potrebbero vanificarne gli effetti. Nelle condizioni attuali il Dl non da' alcuna garanzia, ma offre semplicemente al sistema sanitario un'opportunità difficile da cogliere a seguito dei pesanti e persistenti tagli operati negli ultimi anniSi tratta di un primo passo ma insufficiente. Il provvedimento governativo rischia inoltre di escludere una platea importante di medici che non hanno i requisiti richiesti e di essere difficilmente attuabile. In conclusione con il provvedimento sui precari siamo solo agli inizi, da verificare, di un percorso di politica sanitaria che necessità di diversi importanti provvedimenti, ancora da prendere. Seguiremo che durante l'iter siano fatte le modifiche necessarie