Lavoro e Professione

Specializzandi: graduatoria unica al Consiglio dei ministri di lunedì

di Rosanna Magnano

E' all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di lunedì prossimo alle 11 il Decreto legge sulle «Misure urgenti in materia di istruzione, univeristà e ricerca» che istituisce la graduatoria unica nazionale per i medici specializzandi . E sul provvedimento il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, mostra grande determinazione e tira dritto, nonostante le contestazioni ricevute sui social network. "Sono favorevole al concorso nazionale - sottolinea - e non ho cambiato idea, basta Tweet". Il ministro mette così uno stop a una raffica di commenti su accesso, merito, baronie da parte di utenti indignati che non le hanno risparmiato critiche. "Ho capito - conclude Carrozza - che sono sotto bombardamento per il concorso nazionale di accesso alle specializzazioni mediche: basta adesso" scrive il ministro. La richiesta di un concorso nazionale era stata oggetto di una specifica manifestazione, lo scorso 14 maggio, a Roma a Piazza Montecitorio, condotta dal Segretariato italiano giovani medici (Sigm) e dal Comitato Pro Riforma. E i commenti al provvedimento da parte delle principali organizzazioni dei giovani medici sono tutti positivi. Soddisfazione anche dal Consiglio universitario nazionale e dalla Fnomceo giovani, con qualche nodo ancora da sciogliere.

Ecco gli interventi in esclusiva per il Sole 24 Ore Sanità.

ANDREA LENZI (PRESIDENTE CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE)

«Si tratta di una norma che favorisce la trasparenza degli esami per l'ammissione alle scuole di specializzazione», spiega Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale e membro della commissione che ha gettato le basi su cui è stato costruito lo schema di decreto. «Chi arriva a quell'esame - spiega Lenzi - si presuppone sia preparato, vista la laurea e l'abilitazione professionale e infatti finora i risultati sono stati sempre quasi del tutto tutti sovrapponibili. Poi però a fare la differenza c'era la valutazione della commissione, che essendo discrezionale poteva dare adito a diversificazioni non legate alle capacità reali dello studente. In questo modo diventa impossibile: la prova è su base nazionale e si analizzano anche i curricula e la valutazione finale segue schemi ben definiti, assolutamente uguali per tutti. La norma di per sé - conclude Lenzi - come è scritta nella bozza di decreto è estremamente stringata. Se il provvedimento sarà varato, dovrà affrontare poi l'iter parlamentare e in quella sede sarà possibile semmai scendere in ulteriori dettagli».

DOMENICO MONTEMURRO (COORDINATORE FNOMCEO OSSERVATORIO SUI GIOVANI PROFESSIONISTI MEDICI E ODONTOIATRI)

Per ipotizzare una formula di Concorso nazionale occorre partire da una corretta programmazione in funzione dei fabbisogni di professionisti. Un Concorso nazionale permetterebbe di uscire da condizionamenti localistici in cui le Scuole di Specialità, diventano sede di tirocini "indotti". In tal modo la valenza del Concorso assumerebbe connotati di trasparenza ed equità per diritto. Inoltre si eviterebbero quei rapporti di forza Regioni-università che spesso hanno condizionato l'assegnazione dei contratti.
Quindi i nodi da sciogliere sono essenzialmente tre:
• si vuole un concorso nazionale con graduatoria a scorrimento o per singole specialità?
• quale sarà il ruolo delle Università private verso i fabbisogni e se saranno escluse o no dalla graduatoria nazionale?
• Il turnover medico nelle Regioni con piani di rientro
Pertanto risulta evidente che qualora si optasse per un concorso nazionale, le Regioni dovranno, stanti le condizioni economiche e organizzative del nostro SSN, attuare una programmazione quinquennale o decennale, attraverso una rilevazione corretta dei fabbisogni con la creazione di una graduatoria o "archivio" nazionale di specialità carenti nelle piante organiche; in questo modo sarà possibile redistribuire i medici in formazione specialistica dislocati in Regioni diverse da quelle di "appartenenza" anche nelle reti periferiche non a valenza universitaria e firmare per gli ultimi anni un contratto finanziato da fondi di solidarietà nazionale o Europei.

CRISTIANO ALICINO (PRESIDENTE NAZIONALE FEDERSPECIALIZZANDI)

Esprimo grande soddisfazione per la notizia dell'inserimento della riforma del concorso di accesso alle scuole di specializzazione nel decreto legge sull'istruzione in discussione il prossimo lunedì. Negli ultimi mesi si sono create grosse aspettative nei confronti di questa riforma, testimoniate quest'oggi dalla massiccia adesione degli studenti di tutta Italia al twitter-mob organizzato dal Comitato Pro Concorso Nazionale. Al decreto legge, deve seguire al più presto la firma del decreto ministeriale che dettaglierà le modalità di svolgimento del nuovo concorso, fornendo alle migliaia di studenti e aspiranti specializzandi informazioni precise riguardo alla struttura delle prove e ai fattori presi in considerazione per la costruzione della graduatoria. Nei mesi scorsi, insieme al Comitato Pro Concorso Nazionale e alle altre associazioni di categoria abbiamo a lungo dialogato con le istituzioni per arrivare a una bozza di regolamento che rispecchiasse i principi che debbono stare alla base dell'accesso alle scuole di specializzazione: valorizzazione del merito, completa trasparenza del concorso, nazionalizzazione delle graduatorie, prove d'esame realmente in grado di valutare le conoscenze e le competenze dei candidati. Inoltre, abbiamo incontrato gli studenti in medicina in numerose assemblee per illustrare il processo che era in atto.
FederSpecializzandi da diversi anni è infatti impegnata in una battaglia per una riforma del concorso di accesso alle scuole di specializzazione in grado di avvicinare l'Italia agli standard degli altri paesi europei, quali Francia, Spagna, Portogallo dove i principi da noi invocati per il nostro paese rappresentano una realtà consolidata. Riteniamo infatti indegno di un paese civile il fatto che l'esito del concorso e, in definitiva, il destino professionale dei giovani medici possa essere intaccato dai margini di discrezionalità che l'attuale regolamento lascia alle commissioni giudicatrici. Grazie alla imponente e generosa mobilitazione degli studenti in medicina, stanchi di un sistema in cui troppo spesso la reale valutazione delle loro conoscenze e competenze veniva dimenticata a favore di altri presunti meriti, e all'impegno del Ministro Carrozza che sin dai primi giorni del suo mandato aveva dichiarato la sua adesione a questa battaglia di civiltà, siamo ad un passo da un cambiamento di straordinaria importanza per garantire la qualità della futura classe medica del nostro Paese. Per una volta le parole merito, trasparenza, e attenzione ai giovani si traducono in atti politici concreti.

WALTER MAZZUCCO (PRESIDENTE NAZIONALE DEL SEGRETARIATO ITALIANO GIOVANI MEDICI)

Per noi la grduatoria unica nazionale rappresenta un'opportunità che può contribuire a rilanciare e riqualificare il percorso formativo in medicina. Si tratta di una modifica positiva che noi abbiamo sempre promosso con ben tre ministri che si sono succeduti al ministero dell'Istruzione. I pro sarebbero oggettivi: oltre al fatto che si introducono criteri trasparenti e oggettivi di valutazione, la graduatoria nazionale permette di rescindere il cordone ombelicale tra l'aspirante specializzando e la scuola di riferimento, nella misura in cui spesso non si riescono a privilegiare le esperienze formative effettivamente maturate ma c'è una sorta di retaggio che prevale su altro. Comunque, al di là delle patologie del sistema, la graduatoria unica nazionale può contribuire a dare più competitività alla nostra categoria.

Siamo rimasti un po' sorpresi per la scelta dello strumento del decreto legge. Dal momento che la materia fa riferimento a un regolamento, che può essere modificato tramite decreto ministeriale e quindi immediatamente operativo. Ora modificando la norma madre attraverso il Dl, ci sarà un iter parlamentare più lungo, anche se d'altro lato la scelta del decreto legge rafforza tutto l'impianto.

Infine, un sistema di selezione a graduatoria nazionale dovrebbe rappresentare un primo passo di una più ampia e generale riorganizzazione del sistema formativo professionalizzante pre e post laurea in medicina che sia in linea con gli standard Ue, come richiesto da anni dai Giovani Medici (Sigm). Non a caso, ad esempio, si sta lavorando anche all'istituzione della laurea abilitante in medicina e chirurgia, oltre che all'ipotesi di ottimizzazione della durata di alcuni corsi di specializzazione, il che permetterebbe di eliminare i "tempi morti" attualmente caratterizzanti l'arco formativo e di allineare i tempi di accesso alla professione con quelli degli altri Paesi Comunitari.

COMITATO PRO RIFORMA CONCORSO SPECIALIZZAZIONI MEDICHE

Noi siamo una libera aggregazione di giovani medici, nata l'anno scorso tra ottobre e novembre per chiedere all'allora ministro profumo una riforma dei criteri d'accesso al concorso per le specializzazioni mediche. Non abbiamo partecipato ai lavori in Commissione e siamo in attesa di leggere il testo normativo. Il Comitato è nato per dare una risposta all'esigenza di chiarezza e trasparenza e anche stamattina abbiamo lanciato una mobilitazione su twitter sulla necessità di avere non solamente un nuovo assetto ma di sapere quale sarà il destino dei colleghi che l'anno prossimo si troveranno ad affrontare il concorso. Per ora siamo cautamente soddisfatti: la graduatoria nazionale èla soluzione che chidevamo. Non sappiamo tuttavia come saranno distribuiti i punteggi, in base a quali titoli.