Lavoro e Professione

Chirurghi ospedalieri sul Programma nazionale esiti: «Basta classifiche, contano i professionisti»

«Spiace apprendere che la massima autorità sanitaria del nostro Paese ipotizzi una diffusione generalizzata delle informazioni, che consenta ai cittadini di "scegliere" la struttura presso la quale farsi curare. Si dimentica forse che non siamo negli Stati Uniti, dove un sistema sanitario quasi tutto privato legittima la libera competizione tra le strutture, che, per migliorare le loro prestazioni, assumono i professionisti più qualificati e si dotano delle tecnologie più avanzate». E' questa la prima critica che il presidente Acoi (Associazione chirurghi ospedalieri italiani) e cicepresidente Cic (Collegio italiano chirurgia) Luigi Presenti fa al Prgramma nazionale esiti. Ma non solo.

«Basta con l'utilizzo del Piano nazionale per stilare graduatorie e classifiche - aggiunge -. Assistiamo ancora una volta al gioco al massacro derivato da una lettura superficiale di un programma serio, che ha ormai da anni fornito a noi professionisti, soprattutto a quelli impegnati nella guida delle maggiori Società scientifiche, una base di valutazione per una disamina delle prestazioni dei nostri ospedali».

Secondo Presenti il Ssn è un «patrimonio pubblico» e come tale va gestito e amministrato. La qualità delle prestazioni va garantita su tutto il territorio nazionale, e deve essere compito dei vari livelli di governo, Stato, Regioni, aziende, la verifica dei risultati, l'individuazione dei problemi, la ricerca dei correttivi.

«Le misure di Pne sono strumenti di valutazione a supporto di programmi di auditing clinico e organizzativo finalizzati al miglioramento dell'efficacia e dell'equità nel Ssn. Il Programma non produce classifiche, graduatorie, giudizi». E su questa base i chirurghi, i professionisti delle altre specialità, si sono confrontati con Agenas, organizzando, a livello nazionale e nelle varie Regioni, incontri di analisi e approfondimento che, certamente, hanno condotto ai miglioramenti rilevati nelle performance nel corso degli anni. Secondo Presenti «è ora di mettere mano con energia a un ripensamento del nostro Ssn che metta al primo posto la salute dei cittadini, come da tempo affermiamo e come, durante la recente campagna elettorale abbiamo sintetizzato nello slogan "prima la salute!". E' ora di ridare dignità a un Ssn che si regge sull'impegno dei professionisti della salute che in esso operano e che è stato aggredito da una deriva economicistica che taglia soprattutto su qualità e sicurezza delle cure. E' ora che i cittadini, azionisti del Ssn con le loro tasse, inizino una battaglia di civiltà per la loro salute».