Lavoro e Professione

Medici di base, il comitato di settore incontra i sindacati. Pronto l'atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni

di Manuela Perrone

Integrare gli accordi collettivi nazionali dei medici di base nel "contenitore" del Patto per la salute. E intanto modificarli secondo le indicazioni della legge Balduzzi su ruolo unico e obbligatorietà delle forme associative. Senza dimenticare le norme sulla rappresentatività sindacale, che tanta bagarre (e contenzioso) hanno scatenato in passato. Tutto a costo zero, perché nessuno è in grado di prevedere se e quanto risorse si sbloccheranno per l'assistenza territoriale.

Sono queste le novità principali che conterrà l'atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni, pronto per essere emanato dal Comitato di settore (probabilmente già la prossima settimana). A illustrarlo per sommi capi ai sindacati della medicina generale è stato oggi il presidente del Comitato di settore, Claudio Montaldo. Solo. Una "solitudine" che i medici non hanno gradito. «Apprezziamo il lavoro svolto dal presidente Montaldo che con il suo operato apre schiarite nelle tempestose relazioni fra sindacati e Regioni – commenta il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo – e apprezziamo il metodo, auspicando che sia mantenuto nei prossimi incontri. Purtroppo abbiamo dovuto prendere atto dell'assenza di tutti gli altri assessori del comitato di Settore. Un'assenza che, salvo le sacrosante giustificazioni di ciascuno, comunque si prestano a essere interpretate come disinteresse delle Regioni per momenti che possono essere sorgenti di importanti innovazioni per il Ssn».

Sui contenuti la Fimmg «si riserva ogni valutazione nel momento in cui sarà reso disponibile il testo dell'atto di indirizzo». Ma Milillo attacca: «Nonostante gli ammirevoli sforzi di mediazione del presidente del Comitato di settore, non possiamo non tenere conto dell'assenza di confronto e di relazioni fra categoria e Conferenza dei presidenti delle Regioni, soprattutto per quanto riguarda la riorganizzazione dell'assistenza territoriale. Agli osservatori esperti risulta palese la contraddizione fra quanto ufficialmente espresso dalla Conferenza e quanto messo in atto dalle singole realtà».

La lettura politica della Fimmg è chiara: «È evidente da parte della maggioranza delle Regioni una delega in bianco a una minoranza di esse sulla riorganizzazione dell'assistenza primaria, dai cui lavori traspaiono ipotesi di programmazione che minerebbero sostanzialmente il rapporto fiduciario fra medico di medicina generale e assistito, ponendo come interlocutore diretto del cittadino l'azienda e la sua struttura a gestione pubblica. Un orientamento che riteniamo molto più grave per la sostenibilità del Ssn di qualunque sottofinanziamento».

La richiesta di chiarire lo stato giuridico del medico di famiglia è arrivata forte e chiara dallo Snami. «Incertezze e interpretazioni varie ci hanno creato nel tempo non pochi problemi», sostiene il presidente Angelo Testa. «Noi siamo per mantenere il convenzionamento ma se le cose continuano a peggiorare e se la nostra autonomia viene ancora limitata - dice al Sole-24 Ore Sanità - allora meglio che le Asl ci assumano».

Sulle forme associative, cui lo Snami è tradizionalmente critico, Testa ha ribadito il «no secco del nostro sindacato alla obbligatorietà ad aderire a forme strutturali complesse di assistenza territoriale: hanno dimostrato, dove sono state poste in essere, di essere costose e fallimentari per l'assistenza sanitaria ai cittadini». In sintesi: «Non vogliamo essere sequestrati nelle Uccp».

Sia Fimmg sia Snami hanno dato mandato al segretario e al presidente di dichiarare lo stato di agitazione nel caso in cui il confronto con le Regioni non portasse da nessuna parte.

Tutti i sindacati hanno insistito sulla necessità di conoscere le risorse disponibili. «Montaldo ha parlato di vincolo economico per tutto il 2014 - afferma Nicola Preiti, coordinatore della Fp-Cgil Medici medicina convenzionata - ma non si può pensare di cambiare l'organizzazione dell'assistenza territoriale senza investimenti, da inserire nel Patto per la salute. L'assistenza territoriale richiede un intervento in sintonia con il resto del sistema sanitario nazionale e coerente in tutte le Regioni, perché la sostenibilità del sistema e la modernizzazione dell'assistenza ai cittadini passa dal territorio».

La Fp Cgil riconferma il suo obiettivo: raggiungere una nuova organizzazione orientata a garantire qualità e assistenza h24 all'interno dei distretti. «Vedremo - conclude Preiti - se l'Atto di indirizzo conterrà la volontà di cambiare effettivamente l'assistenza territoriale per disegnarla a misura del cittadino».