Lavoro e Professione

Professioni, Cimo Asmd: «Si alle nuove competenze purché siano omogenee e rispettino l'atto medico»

La bozza di accordo sulla ridefinizione delle competenze e responsabilità delle professioni sanitarie è quella che è, messa a punto dop tre anni di lavori. Ma al tavolo che l'ha decisa nonostante la convocazione anche dei sindacati medici «siamo stati convocati ad accordi erano già stati definiti nonostante le numerose richieste di incontro da parte della Cimo-Asmd per un serio confronto sulle problematiche che interessano trasversalmente tutte le professioni che operano nel Ssn». Così
Guido Quici, vice presidente vicario Cimo Asmd commenta l'accordo sulle professioni pronto per la Stato Regioni che «tende a legittimare alcune iniziative regionali in tema di competenze acquisite con corsi non universitari (vedi see and treat), introduce un elemento di forte criticità che è rappresentato dalla possibilità che le Regioni, di concerto con i sindacati (le stesse dell'accordo?) e l'Università definiscano i criteri per lo sviluppo delle competenze e responsabilità con revisione dei modelli organizzativi, "avendo come riferimento una moderna ed efficace integrazione delle competenza all'interno di equipe multi professionali"».

«Tutto questo senza i medici? E quali saranno le ricadute sulla professione medica?», si domanda Quici che giudica il medico fortemente penalizzato in tema di responsabilità professionale e senza elementi di chiarezza su chi fa cosa «favorendo un ulteriore atteggiamento difensivo che, in termini concreti, si sostanzia con costi aggiuntivi per il nostro Ssn».

«Vanno bene nuove competenzae - afferma Quici - attraverso un percorso formativo universitario ma è necessario che lo stesso percorso sia uniformato su tutto il territorio nazionale compresi i modelli organizzativi che ne conseguono. Di contro ogni iniziativa regionale autonoma, sia a livello formativo che organizzativo, determinerà una ulteriore "balcanizzazione" della sanità italiana accentuando quella confusione di compiti, ruoli e responsabilità tra le varie figure professionali».

Quici ricorda che il primo passo dovrebbe essere quello di definire l'atto medico avendo chiaro il principio secondo il quale «il medico è il responsabile unico della strategia diagnostica, e/o terapeutica, e/o riabilitativa e, conseguentemente, della scelta del miglior percorso clinico a favore del paziente». Alle altre professioni sanitarie secondo Quici spetta il compito di attuare le strategie e i percorsi clinici già definiti con particolare riferimento alle attività assistenziali; ciò in funzione di quanto definito nei decreti in tema di profilo professionale che, tra l'altro, definiscono la "natura tecnica, relazionale ed educativa" del profilo in ambito assistenziale.

«Questo è il motivo per il quale la Cimo-Asmd ritiene indispensabile il coinvolgimento dei sindacati medici, non quale elemento di conflittualità con le altre Professioni Sanitarie, ma come soggetto legittimato a concordare con le altre Istituzioni ruoli, compiti e responsabilità professionali, nonchè eventuali modelli organizzativi legati allo sviluppo delle nuove competenze».