Lavoro e Professione

Al via il congresso Fimmg. L'appello dei medici di base: «Lorenzin ci coinvolga nel Patto per la salute»

di Manuela Perrone

Si è aperto oggi a Roma il 68° Congresso nazionale della Fimmg , il maggior sindacato dei medici di base. Il momento è delicato, tra il Patto per la salute e l'atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione che il Comitato di settore si appresta a trasmettere al Governo. E i generalisti non nascondono la preoccupazione.

Il nodo del Patto
«Mercoledì, nel corso della mia relazione - ha detto il segretario Fimmg, Giacomo Milillo - chiederò esplicitamente al ministro della Salute il coinvolgimento, la partecipazione della Fimmg nella valutazione del Patto della Salute prima che venga licenziato».

Milillo bolla come «grossolani e improvvisati» i «documenti che girano sul Patto», dai quali emergerebbe un quadro «che mi preoccupa molto - dice - da cittadino ancora più che da professionista». Il segretario Fimmg teme che la Conferenza delle Regioni non trovi l'accordo sui costi standard. E comunque è convinto che sarebbe necessario «discutere prima i contenuti del Patto e poi ragionare sui finanziamenti».

Nuove convenzioni alle porte
Cruciale, allo stesso tempo, il passaggio del rinnovo delle convenzioni. «Tra Patto per la salute e nuova convenzione, in un arco di tempo che si presenta di grande conflittualità, sarà deciso il nuovo assetto dell'assistenza primaria», afferma Milillo. Che ribadisce come si tratti di «una partita difficile, non scontata, il cui risultato dipenderà dalla nostra forza, dalla nostra abilità contrattuale e dalla nostra capacità di convincere i cittadini che stiamo dalla loro parte e stiamo lottando per migliorare la qualità dell'assistenza». Dopo anni di divisioni, la Fimmg rilancia l'importanza della «compattezza sindacale». Segno che la battaglia sarà accesa.

Tecnologie leva di cambiamento
Il futuro, secondo la Fimmg, non può non basarsi sul rinnovamento tecnologico. Non a caso il congresso è dedicato a «La tecnologia nello studio del medico di famiglia: coniugare approccio olistico e high-tech». E non a caso proprio oggi sono stati diffusi i risultati di due studi realizzati dal Centro studi Fimmg guidato da Paolo Misericordia che dimostrano, numeri alla mano, come i medici di base siano più che pronti a sfruttare le risorse che Ict e telemedicina mettono a disposizione.

Dal primo sondaggio, realizzato su un campione di oltre 700 camici bianchi in collaborazione con il Dipartimento di Economia della Seconda università di Napoli e con il supporto di Telecom Italia, emerge che il 73% dei medici di famiglia italiani è interessato a utilizzare i servizi di telemedicina, con la percentuale più alta al Sud dove si arriva all'82%. La metà dei Mmg italiani (il 52%), però, è favorevole se si migliorano le caratteristiche organizzative della professione.

Per il 34% degli intervistati gli ambiti in cui possono essere più utili sono quelli dell'integrazione territorio-ospedale e per il 31% la gestione domiciliare del grande anziano. Il problema più grande per i medici di famiglia è trovare la disponibilità di tempo (il 30% delle risposte), seguito dal rischio che si tratti di sistemi troppo complicati per l'utenza (26%).

Sono invece oltre mille i medici di base coinvolti nell'altra indagine, realizzata a marzo in collaborazione con il Politecnico di Milano e con DoxaPharma. L'85% dei medici accede a Internet (per scopi professionali e al di fuori delle attività certificative) almeno una volta al giorno; il 58% più volte al giorno. Il 96% riferisce di utilizzare normalmente le email, il 42% frequenta forum, il 24% social network. Il 96% usa la cartella clinica informatizzata, il 67% sistemi di e-learning, il 41% sistemi a supporto della reportistica.