Lavoro e Professione

Il nuovo infermiere leva del cambiamento del sistema salute, convegno Ipasvi a Grado

Le competenze dell'infermiere come chiave per il cambiamento del sistema salute. Un riposizionamento nel Ssr, il riconoscimento del ruolo dell'infermiere nella riorganizzazione dell'ospedale per intensità di cura e nei pronto soccorso, l'infermiere di comunità e case manager. Ma anche formazione, medicina d'iniziativa e rafforzamento dell'equipe multiprofessionale. Sono alcuni dei temi portanti del convegno in programma domani, al Palacongressi di Grado, promosso dai Collegi Ipasvi regionali di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine, che rappresentano oltre 10mila infermieri, operatori sanitari e vigilatrici d'infanzia.

Un incontro da cui parte anche la richiesta di rappresentanza professionale nelle commissioni regionali tecniche e di programmazione. Al riposizionamento degli infermieri nel sistema sanitario regionale e nazionale è dedicata, all'interno del convegno, una tavola rotonda, moderata dal coordinatore Ipasvi Friuli Venezia Giulia, Flavio Paoletti, con la partecipazione della presidente nazionale Ipasvi, Annalisa Silvestro e dell'assessore regionale alla Salute del Friuli Maria Sandra Telesca.

"L'infermiere, ai diversi livelli di responsabilità - anticipa Paoletti - contribuisce a orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario regionale, per garantire l'utilizzo equo e appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale. Per questo chiederemo ufficialmente domani la presenza permanente della rappresentanza professionale all'interno delle commissioni regionali sia a valenza programmatoria sia di tipo tecnico".


"Così come chiederemo di sviluppare - continua - l'organizzazione ospedaliera tarata sull'intensità assistenziale e clinica e la revisione dell'attuale funzionamento dei pronti soccorsi, affinchè all'infermiere sia riconosciuta la propria azione di presa in carico già nell'ambito delle strutture ospedaliere e dei pronti soccorsi. Fra gli obiettivi del congresso anche l'aggiornamento migliorativo dei protocolli d'intesa con l'università, rispetto a percorsi formativi di competenze avanzate così come alla formazione di base e permanente. Soprattutto, chiederemo sia riconosciuta sotto il profilo di ruolo e contrattuale la forte azione degli infermieri di comunità e di microarea, così come la forte azione degli infermieri case manager. Chiederemo infine che sia garantita l'effettiva presenza numerica degli infermieri in termini di ore equivalenti lavorate e non di numero di risorse: l'attuale sistema, infatti, non tiene conto delle assenze per part time, aspettative, utilizzo della legge 104, e finisce per creare disagi alla tenuta dei servizi e alla qualità assistenziale erogata nei confronti dei cittadini".

«Iniziativa perfetta nella tempistica – spiega la presidente Silvestro – Si profila infatti imminente l'arrivo sui tavoli tecnici del ministero della salute, del documento sulle competenze avanzate e sulle funzioni specialistiche degli infermieri, predisposto con un significativo contributo dei Collegi provinciali Ipasvi e della Federazione nazionale. Con i percorsi di formazione - non solo accademica - esplicitati nel documento, con l'attenzione all'accreditamento dei professionisti oltre che al mantenimento nel tempo delle loro competenze clinico assistenziali, si potrà finalmente dare riscontro non solo nell'organizzazione ma anche nelle relazioni contrattuali - una volta superato l'attuale blocco imposto dalla crisi economico finanziaria - alle competenze di tipo specialistico che già ora, seppur in nuce, molti infermieri mettono a disposizione degli assistiti, delle equipe assistenziali e delle organizzazioni. Immagino un confronto interessante con le istituzioni sanitarie di una Regione che si appresta a ridefinire assetti organizzativi e focus assistenziali e che di tali competenze potrà assolutamente giovarsi. Ogni cambiamento richiede impegno, competenza e motivazione da parte dei professionisti che se ne devono fare carico. Gli infermieri non si sono mai tirati indietro e lo dimostrano le esperienze extra regionali che verranno presentate».

I tempi sono quindi maturi per un cambiamento profondo. "L'upgrading formativo - continua Silvestro - raggiunto dagli infermieri attraverso una formazione universitaria strutturata su due livelli (laurea triennale e quinquennale), a cui si aggiungono master di primo e secondo livello, sostanzia l'orientamento a un utilizzo diverso e più ampio delle loro competenze professionali".

"È inoltre necessario ripensare l'ospedale e il territorio: l'ospedale di grandi dimensioni e ricchezza di servizi deve divenire il luogo dell'intensività assistenziale, della presa in carico della persona con grave acuzie e di processi di cura rapidi e periti che richiedono competenze altamente specialistiche di tutti i membri dell'equipe".


"Gli ospedali medio piccoli devono ridefinire la loro organizzazione - conclude la presidente Ipasvi - muovendosi verso la strutturazione di piattaforme di servizio e soprattutto di piattaforme assistenziali in cui i degenti sono aggregati per omogeneità di bisogno e per l'impegno assistenziale infermieristico che richiedono. È opportuno superare la medicina d'attesa e il lavoro solitario del medico di medicina generale a favore della medicina e assistenza d'iniziativa e dell'equipe multiprofessionale in cui vi sia la presenza sistematica dell'infermiere per interventi di natura preventiva, per il mantenimento della maggiore autonomia possibile degli assistiti e per l'effettuazione delle prestazioni sanitario infermieristiche necessarie".