Lavoro e professione

Collegio chirurghi contro lo spot pro-denunce: «Il Parlamento acceleri per una giusta soluzione sul contenzioso medico-legale»

Anche i Collegio italiano dei chirurghi (Cic) si unisce al coro di proteste del mondo sanitario sullo spot televisivo «Obiettivo risarcimento». «E' in atto una campagna pubblicitaria - si legge in una lettera che Nicola Surico, presidente del Cic, ha inviato questa mattina al ministro Lorenzin - che non può non destare particolare preoccupazione nei medici e nel personale infermieristico che quotidianamente, con abnegazione e tra difficoltà di tipo strutturale e organizzativo, si prodigano per salvare vite umane».

«Il Cic critica aspramente lo spot televisivo trasmesso sulle principali reti nazionali - continua la lettera - che invita le vittime di presunti casi di malasanità a intraprendere iniziative giudiziarie per reclamare un risarcimento danni, che nel 95% dei casi si concludono con esito favorevole nei confronti del medico, dopo aver procurato, tuttavia, stress ai pazienti e agli stessi operatori sanitari, nonché ingolfato i tribunali di cause infondate. Il Cic è al fianco dei pazienti e delle loro associazioni che giustamente chiedono un equo risarcimento nei casi accertarti di malpractice e li invita a una sana alleanza al fine di tutelare non solo i cittadini ma anche i medici, spinti sempre più verso una medicina difensiva molto costosa e, da qualche tempo, anche astensiva, poiché evitano casi difficili e ad alto rischio che potrebbero sfociare in un contenzioso medico-legale».

Una situazione «insostenibile», che secondo il Cic va risolta anche a livello normativo. «Essendosi creata una situazione ormai insostenibile per gli alti costi delle polizze assicurative - conclude la lettera - e per la "fuga" delle Società Assicurative, il Cic sollecita il Parlamento ad accelerare l'iter legislativo in corso presso le Commissioni Parlamentari affinché si arrivi quanto prima a una giusta soluzione relativa al contenzioso medico-legale, che possa ridare serenità al lavoro dei medici e soprattutto far sì che si recuperi quel rapporto di fiducia tra medico e paziente da tempo deteriorato».