Lavoro e professione

Oasi 2013, Cergas Bocconi: skill-mix per medici e infermieri

Skill-mix, ovvero modifica nel perimetro di attribuzione delle competenze tra medici e altre professioni sanitarie, in particolare quella infermieristica e ostetrica. Questo il tema dell'analisi che Cristina Filannino, Federico Lega e Marco Sartirana del Cergas Bocconi fanno per Il Sole-24 Ore SAnità, presentando uno degli argomenti del rapporto Oasi 2013 che sarà presentato il 20 gennaio.

Ed è una interazione necessaria secondo il Cergas, come dimostra anche l'analisi delle esperienze internazionali, in cui si vede come politiche di modifica dello skill mix siano sempre più frequenti, e come - sebbene diffuse principalmente a livello di assistenza primaria - sempre più si stiano estendendo anche al mondo delle cure per acuti. Inoltre nei Paesi analizzati è emerso che nuovi ruoli professionali si sono sviluppati anche in assenza di riconoscimenti formali a livello nazionale quali nuovi profili o ordini professionali, e nonostante le resistenze da parte della classe medica.

Numerose anche le indicazioni per i manager della sanità. In primis è chiaro che l'evoluzione dello skill mix non può essere subita, rimanendo una soluzione "tampone" attivata quando non vi sono alternative, o quando gli eventi organizzativi (e cioè i cambiamenti negli assetti organizzativi, nei processi erogativi, nelle tecnologie ecc.) forzano la mano in tale direzione. Al contrario, le aziende sanitarie dovrebbero sviluppare un pensiero strategico forte in materia, definire un quadro concettuale e operativo in cui guidare l'evoluzione dello skill mix di pari passo con il proprio sviluppo organizzativo.

La seconda e altrettanto importante implicazione manageriale riguarda il ruolo delle direzioni del personale delle aziende sanitarie. Da tempo è in atto una riflessione su competenze e ruolo che le direzioni del personale sono chiamate a esercitare nell'ambito delle sfide del Ssn. Se da un lato esse rimangono coloro che "tutelano" la regolarità giuridica e amministrativa nella gestione del personale, dall'altro c'è una domanda latente (ma a volte ben manifesta) a farsi carico di un problem-solving complesso che riguarda la difficile integrazione tra logiche giusburocratiche e soluzioni manageriali nel governo strategico dei professionisti. E se direzione del personale, direzione sanitaria e direzione assistenziale sapranno lavorare assieme con una strategia condivisa, nell'interesse dell'azienda e non a protezione dei rispettivi confini, mansioni e gruppi di professionisti, sarà possibile definire politiche di skill mix efficaci e capaci di rispondere alle pressioni congiunturali e strutturali di una sanità che sta vivendo cambiamenti paradigmatici senza precedenti.

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