Lavoro e professione

Direttiva Ue qualifiche professionali, i medici «scaldano i motori»

di Barbara Gobbi

Andrà recepita entro il 18 gennaio 2016 la direttiva 2013/55/Ue, che modifica la legislazione europea (direttiva 2005/36/Ce e regolamento 1.024/2012) sulle qualifiche professionali.
Il nuovo testo, pubblicato a fine dicembre sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, comporta una serie di novità che con ogni probabilità interesseranno medici e infermieri. Il condizionale è d'obbligo, dal momento che sarà la Commissione Ue a dover individuare le categorie che beneficeranno della tessera professionale europea, la principale novità introdotta dalla direttiva. La tessera consentirà al possessore di poter circolare liberamente in Europa grazie a una procedura di riconoscimento più breve, che sarà resa possibile con l'inserimento dei dati nel sistema di informazione del mercato interno (regolamento Imi). La banca dati, in mano alla Commissione europea e accessibile oggi ai ministeri competenti per Paesi, oggi si limita a dare conto delle procedure disciplinari, mentre in regime di piena operatività della direttiva dovrebbe contenere oltre ai dati biografici anche i titoli qualificanti, il curriculum vitae ed eventuali restrizioni all'esercizio della professione. Una previsione che ha già aperto il dibattito tra i medici: «Sarebbe opportuno - spiega il presidente dell'Ordine di Latina Giovanni Maria Righetti - che gli Omceo provinciali fossero maggiormente coinvolti per evitare le lungaggini cui già oggi assistiamo con il rilascio del "good standing", oggi in capo al ministero. Di frequente ci capita non solo che i colleghi restino bloccati settimane in attesa del via libera, ma anche che i Paesi di destinazione, non accontentandosi di una descrizione generica del professionista, procedano comunque con una verifica presso l'Ordine di privenienza». Ciò che succede, ad esempio, all'Ordine di Varese con la Svizzera, Paese cui naturalmente si rivolgono i medici, per la vicinanza geografica. «Sarebbe utile - spiega il presidente Roberto Stella - che, fatto salvo il registro unico nazionale, almeno in una fase iniziale si ricorresse anche al percorso locale. Anche perché ormai tutti gli Omceo sono ampiamente informatizzati».

L'accesso parziale è l'altra novità: si tratta della possibilità per il professionista di esercitare la propria attività, in un altro Stato Ue, solo nel settore corrispondente a quello per il quale è qualificato nello Stato di origine.
Viene poi esteso il campo di applicazione della direttiva 2005/36/Ce anche ai possessori di semplici diplomi che abbiano svolto il tirocinio per l'accesso a una professione in un Paese diverso da quello in cui hanno conseguito il titolo di studio, a condizione che il tirocinio venga svolto secondo le linee guida sull'organizzazione e il riconoscimento del tirocinio adottate dall'autorità competente. Saranno considerati anche i tirocini svolti in Paesi terzi.

IN ALLEGATO LA LISTA DI TUTTE LE NOVITA' INTRODOTTE DALLA DIRETTIVA