Lavoro e professione

Medici e infermieri: via libera al protocollo per una cabina di regìa delle professioni

Via libera da ministero della Salute, Regioni e sindacati al protocollo con cui si istitusice la cabina di regìa - che non sostituisce l'accoedo Stato-Regioni sulle competenze infermieristiche inviato alla conferenza e su cui i sindacati medici hanno alzato le barricate - in cui coordinare a livello nazionale la "regolazione della vita professionale e organizzativa" degli operatori del sistema sanitario.

Ruolo centrale per le prestazioni ai cittadini delle professioni mediche e veterinarie, ma anche di quelle sanitarie e della dirigenza sanitaria e degli oltre 30 profili professionali laureati, tutti caratterizzati dai loro ambiti di autonomia; guerra aperta all'insostenibilità del sistema sanitario, non solo contro l'uso improprio della domanda di salute, anche contro quello «consumistico»; a far parte della cabina di regìa dovranno essere rappresentanti di comparto, aree dirigenziali e anche dell'area convenzionata: sono queste alcune delle novità inserite con le ultime modifiche discusse ieri.

E in più tra le ragioni del protocollo è stato inserita la necessità di ribadire il «primato della prevenzione nel processo di attuazione del diritto alla salute, il cui potenziale innovativo è ancora da sviluppare appieno nella promozione degli stili di vita e in una più incisiva politica ambientale»

Ora il protocollo dovrà essere inviato alle Regioni per la loro valutazione e per eventuali integrazioni-emendamenti e naturalmente al ministro, dopodichè si procederà alla firma ufficiale.

Oltre quelle segnalate le modifiche più signifcative al testo sono state quelle approvate ai presupposti su cui si baserà la cabina di regìa.
Entrando nel dettaglio - la prima versione parlava di operatori in generale - si specifica ora che «i medici, i veterinari, i dirigenti sanitari, gli infermieri e gli altri professionisti della Salute riconoscono i relativi e specifici campi di intervento, autonomia e responsabilità anche alla luce della costante evoluzione scientifica e tecnologica, e concorrono a garantire unitarietà dei percorsi di cura e di assistenza attraverso l'integrazione multi professionale degli obiettivi, nei sistemi complessi per obiettivi, e attraverso criteri di verifica e di valutazione degli esiti e dei risultati».

E dettagliata è anche la composizione della dirigenza sanitaria che concorrerà «in maniera rilevante all'effettuazione e sviluppo dei percorsi di diagnosi cura e assistenza in ambito sanitario» e che contribuirà «all'integrazione professionale nei sistemi complessi in ambito multiprofessionale anche alla luce della costante evoluzione tecnico scientifica»: biologi, chimici, fisici, farmacisti, psicologi.

Le responsabilità gestionali non saranno più solo - come specificava la prima versione del protocollo - delle figure di dirigente di struttura, posizioni organizzative, coordinatori di unità operativa e di processo, ma di chiunque le abbia a livello generale. E partendo da questo punto fermo, medici, infermieri e gli altri professionisi della salute «riconoscono e convegono» che la «responsabilità professionale sulle decisioni e gli atti compiuti nell'ambito dei processi di cui sono garanti è personale e posta in capo a colui che tali decisioni e atti ha assunto e compiuto anche nell'esercizio di competenze avanzate o di tipo specialistico».

Prossima tappa annunciata dal sottosegretario alla Salute Paolo Fadda, una volta chiusa questa partita, sarà sulla nuova proposta di carriera della dirigenza medica e sanitaria per valorizzare quella professionale e non solo quella gestionale.