Lavoro e professione

«Medici-pazienti-avvoltoi»: il Consiglio nazionale forense diffida Amami. L'associazione: «gli "avvoltoi" non appartengano a uno specifico ordine professionale»

Dopo l'altolà della scorsa settimana (VEDI ), il Consiglio nazionale forense annuncia una formale diffida rivolta all'Associazione di medici A.M.A.M.I, per ottenere il ritiro, «dal web e da ogni altro canale, dello spot medici-pazienti-avvoltoi, presentato ieri nel corso di un convegno che risulterebbe essere stato patrocinato dal ministero della Salute» (VEDI ).

Il Consiglio nazionale forense ha anche chiesto chiede al ministro della Salute di prendere immediatamente le distanze dallo spot presentato nel convegno da lui patrocinato, e dunque sotto la sua responsabilità, e di «assumere tutte le iniziative necessarie ad affermare la propria estraneità e non condivisione di tale iniziativa pubblicitaria».

«Di assoluta evidenza la volgarità dell'operazione diffamatoria, genericamente compiuta ai danni di una intera categoria, altamente lesiva della dignità di una professione deputata costituzionalmente alla difesa dei diritti dei cittadini», si legge nel comunicato del Consiglio nazionale forense, riservandosi di procedere in tutte le opportune sedi penali e civili.

Il Consiglio «richiama al rispetto del senso etico ogni professione anche nei reciproci rapporti, nella convinzione che i toni e le forme diffamatorie assolutamente generalisti nuocciano alla corretta analisi dei fatti e, in fin dei conti, nuocciano proprio a quei diritti che si dichiara di voler tutelare».

La replica di Amami
Immediata la replica di Amami. «Alcune categorie professionali si sono sentite offese dallo spot "Medici, pazienti e avvoltoi", diffidandoci e minacciando querele. Colpisce pensare che per alcuni il messaggio fosse loro indirizzato. Infatti è ben lungi da noi voler individuare una categoria professionale quale responsabile dell'aggressione mediatica, pubblicitaria e risarcitoria che da anni prende di mira i medici attraverso iniziative di ogni genere. Il prodotto è stato il danno economico della medicina difensiva, la nota "crisi di vocazione" per le specialità chirurgiche e ha screditato la sanità italiana».

Secondo un comunicato dell'associazione gli "avvoltoi" della malasanità non appartengano a uno specifico ordine professionale: ce ne sono alcuni tra i medici, tra gli avvocati, tra i giornalisti e molti altri per i quali non è ancora stato inventato un ordine professionale.

Amami denuncia il fenomeno dell'accusa infondata e informa che i medici non sono più disposti a subire passivamente speculazioni di ogni genere, ma pronti a reagire con forza a tutela della loro dignità.

«Lanciamo invece la proposta - scrive l'associazione - a tutti gli Ordini professionali, di costruire insieme ad Amami un Osservatorio per smascherare gli avvoltoi della malasanità, quale che sia il loro mestiere (#avvoltoidellamalasanità). Gli unici che hanno diritto a offendersi e ai quali siamo pronti a chiedere scusa, sono i volatili, che rivestono un importante ruolo nella catena alimentare cibandosi di cadaveri e non assalendo professionisti vivi che operano ogni giorno per il benessere dei cittadini».