Lavoro e professione

«Rispettate le tutele già esistenti sull'orario di lavoro»: lettera Anaao ad assessori e direttori generali delle aziende

Orario di lavoro: che si rispettino i principi dettati dal Dlgs 66/2003 nella formulazione originaria «a garanzia della salute degli operatori e della sicurezza dei cittadini che accedono alle strutture ospedaliere». E cioè che siano applicate le tutele previste per il lavoro notturno dal Dlgs e dal contratto integrativo del 10 febbraio 2004 e «il fatto che il tempo di lavoro massimo settimanale per il singolo medico rimane individuabile attraverso il debito orario contrattualmente previsto e il tetto di straordinario concordato con l'équipe in sede di contrattazione di budget».

Questo il contenuto di una lettera che l'Anaao Assomed ha inviato agli assessori alla Sanità e ai direttori generali delle aziende sanitarie.

L'Anaao nelle lettera sottolinea che lla direttiva CE 88/2003 sull'orario di lavoro su cui l'Italia è stata diffidata dalla Commissione Ue (VEDI) è «direttamente applicabile ai medici dipendenti del Ssn, con l'esclusione dei soli direttori di dipartimento, essendo tale normativa gerarchicamente superiore a quella nazionale, come stabilito da numerose sentenze della Corte di Giustizia Europea».

«Purtroppo - scrive l'Anaao - malgrado la previsione del contratto per la dirigenza medica e veterinaria, del diritto a limiti di orario "atti a garantire idonee condizioni di lavoro e il pieno recupero delle energie psicofisiche"(art.7), siamo ben lontani, complice anche il blocco del turnover, in troppe realtà del Paese, dal rispetto di quanto dispone la normativa europea. Che oggi torna in campo con forza ben maggiore di un pallido vincolo contrattuale».

Rimangono però pienamente applicabili le tutele previste per il lavoro notturno dal Dlgs 66/2003 e dal contratto integrativo che il sindacato chiede a Regioni e aziende di rispettare.