Lavoro e professione

Dalle funzioni di Cup alle campagne di educazione sanitaria fino allo sviluppo dell'e-health: le proposte di Federfarma per una nuova farmacia dei servizi

La nuova farmacia dei servizi dovrà rafforzare il proprio impegno anche per: a) servizi amministrativi e di front office; b) servizi informativi; c) servizi territoriali e logistici. In questo senso potrà provvedere alla prenotazione di esami e visite, all'accettazione, al ticketing (riscossione e rendicontazione), alla ricezione e consegna referti, all'attivazione nazionale uniforme della ricetta elettronica. anche per far ridurre al Ssn i propri fabbisogni e i propri costi sia di personale, che legati alle strutture fisiche (costruzione, esercizio e manutenzione), sgravare le strutture sanitarie delle "pressioni" dovute alle code agli sportelli e permettere agli utenti una maggiore accessibilità (fisica e di orario) al servizio e quindi una riduzione drastica di tempi d'attesa.

Sono queste alcune delle proposte contenute nello studio «La nuova farmacia dei servizi. Strategie di portafoglio, posizionamento, cambiamento», presentato oggi da Federfarma a Roma (VEDI ), alla presenza anche dei ministri della Salute Beatrice Lorenzin e degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta.

Ma le novità non finiscono qui. Secondo lo studio la farmacia dei servizi potrà anche svolgere campagne di educazione sanitaria e di appropriatezza nell'utilizzo dei farmaci, campagne vaccinali e campagne di prevenzione, anche attraverso la realizzazione di screening e una serie di servizi territoriali come la consegna dei farmaci a domicilio, la raccolta in farmacia dei medicinali non scaduti per riutilizzo a favore di non abbienti, la distribuzione farmaci secondo la modalità di "distribuzione per conto" e quella di prodotti di assistenza integrativa e di ossigeno, il monitoraggio puntuale del ricorso alle prestazioni del Ssn, l'effettuazione in farmacia di medicazioni e iniezioni, che riducano il carico del pronto soccorso, la messa a disposizione della piattaforma informatica e logistica delle farmacie anche per la fornitura di servizi di altri operatori (quali infermieri e fisioterapisti).

E per fare tutto questo le farmacie chiedono alla politica - secondo lo studio - «non denari o privilegi, ma alcune azioni che aumentino la correttezza e la trasparenza del sistema e consentano quindi alle farmacie di poter esprimere pienamente il proprio ruolo, nella misura, certamente, di quanto lo stesso produca vantaggi evidenti per il sistema stesso».

In particolare, come si legge nella sintesi dello studio:

a) In materia di rimunerazione dei servizi
L'attuale normativa prevede che i servizi possano essere rimunerati alle farmacie solo nella misura del risparmio finanziario rispetto allo stato di fatto. La norma, formulata con evidenti imprecisioni logiche e tecniche, rischia di annullare ogni possibilità di collaborazione e richiede quindi una circolare interpretativa che chiarisca i termini del ragionamento. In particolare questo intervento dovrebbe chiarire che ciò che va confrontato è il costo complessivo del servizio a regime nelle due situazioni (gestione diretta o delegata alle farmacie), con una prospettiva temporale sufficiente a realizzare il cambiamento. Diversamente ciò che non verrà mai toccato sono proprio le gestioni pubbliche più inefficienti, i cui costi, nell'immediato, non possono almeno in parte cessare.

b) In materia di promozione delle sperimentazioni
Si richiede un atto di indirizzo alle Regioni, eventualmente assistito anche da finanziamenti ad hoc; che favoriscano la realizzazione di progetti di analisi congiunta di progetti e servizi, assicurando la necessaria collaborazione e trasparenza. A tal fine Federfarma sta perfezionando una scheda di rilevazione e monitoraggio dei costi della distribuzione diretta che potrebbe essere richiesta da parte del Ministero per valutazioni congiunte su base nazionale.

c) In materia di rafforzamento dell'integrazione nel sistema sanitario
Si richiede un atto di indirizzo alle Regioni, che chiarisca e ribadisca l'appartenenza delle farmacie all'insieme delle strutture "interne" al servizio sanitario e che quindi inviti le stesse ad interloquire prioritariamente e primariamente con le farmacie per i nuovi servizi e di ricorrere a gare tradizionali solo nel caso in cui l'esito fosse insoddisfacente. Ciò in applicazione del principio posto dal Consiglio di Stato con propria sentenza n.5174/2013, ove si evidenzia come le Regioni possano affidare servizi alle farmacie senza gara in quanto legate da un rapporto convenzionale con l'ente pubblico.