Lavoro e professione

Obiezione di coscienza e aborto, tre proposte a Lorenzin da Fp-Cgil Medici

Una lettera alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin con tre proposte concrete per garantire la piena applicazione della legge 194/1978. Nella missiva Cecilia Taranto e Massimo Cozza, segretari nazionali rispettivamente della Fp-Cgil e della Fp-Cgil Medici, lanciano l'allarme sui medici obiettori e propongono «misure a tutela della salute delle donne».

Queste le proposte: la direzione dei presidi nei quali si effettua l'interruzione di gravidanza sia affidata a chi non è obbiettore, prevedendo incentivi per il personale che effettua le interruzioni di gravidanza; il requisito della non obiezione sia introdotto per chi deve essere assunto o trasferito in presidi con oltre il 50% di obiettori, superando le limitazioni derivanti dal blocco del turn over; le Regioni attuino l'istituto della mobilità, previsto dalla stessa legge 194, per coprire le carenze di medici ed infermieri non obiettori.

«Il richiamo all'Italia da parte del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa per la violazione del diritto fondamentale della libertà per le donne di scegliere della propria vita e del proprio corpo, con un'assistenza sanitaria adeguata, come prevede la legge 194, è solo la conferma di quanto denunciamo da tempo», spiegano i due sindacalisti. «Il Governo e le Regioni - è dunque la richiesta - aprano subito un tavolo di confronto con i sindacati per l'effettiva attuazione della legge 194 su tutto il territorio nazionale, per garantire in ogni presidio la presenza 24 ore su 24 di un numero adeguato di medici e infermieri non obbiettori. Per tutelare le donne, bisogna tutelare i medici e gli infermieri che, non dichiarandosi obbiettori, vedono ricadere solo su di loro il lavoro per le interruzioni di gravidanza, anche con ripercussioni negative sulla propria carriera».