Lavoro e professione

Giannini (Università): «A metà ottobre concorso nazionale per le scuole di specializzazione in Medicina»

di Rosanna Magnano

«Prima dell'estate bandiremo il concorso nazionale, per titoli e per prove, per l'accesso alle scuole di specializzazione di Medicina». Lo ha annunciato la ministra dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini, illustrando le linee programmatiche del suo dicastero alla commissione Istruzione del Senato. Il ministro ha precisato che il concorso «avrà luogo realisticamente verso metà ottobre».

E la ministra si è anche sbilanciata sulle modalità dei test. «Mi piacerebbe - ha sottolineato - che le prove mirassero a misurare principalmente le competenze e l'attitudine relative alla specializzazione futura»

Nel corso del suo intervento, la ministra ha toccato lo spinoso tema delle risorse finanziarie a disposizione degli studenti, laureati e dottorandi. Un nodo centrale per gli specializzandi di Medicina. «Con il ministro Beatrice Lorenzin - ha spiegato Giannini - stiamo lavorando a una soluzione per evitare il crollo del numero di borse, attualmente intorno alle 3.300, e fare in modo che lo stanziamento soddisfi il fabbisogno».

E sono previsti interventi anche per razionalizzare il calcolo del fabbisogno di camici bianchi: «Stiamo lavorando - ha spiegato la ministra - per definire una road map chiara con le Regioni per semplificare l'attuale procedura e assicurare in futuro una rilevazione realistica e puntuale del fabbisogno nazionale di medici. Perché non possiamo permetterci un medico di meno, ma non abbiamo nemmeno bisogno di un medico disoccupato. E sicuramente vogliamo continuare a formare, come fatto finora, coloro che vengono considerati tra i migliori medici in tutta Europa e oltre oceano».

I cinque principi essenziali. Più in generale, sul capitolo Università e ricerca, le parole d'ordine della ministra Giannini sono: semplificazione, per ridurre conflittualità e contenziosi; programmazione, per uscire dall'ottica dell'emergenza; valutazione, per assegnare risorse sulla base dei meriti e dei demeriti; internazionalizzazione, per avere un sistema aperto alla comparazione e alla competizione e capace di generare maggiore qualità.

Atenei svecchiati e autonomi. Una delle priorità è quella di svecchiare il corpo docente, che continua a essere il più anziano d'Europa, con oltre il 22% dei docenti over-60. Ma anche di avviare una semplificazione normativa e finanziaria, per concedere alle Università virtuose una politica di bilancio pienamente autonoma: «Il livello di finanziamento e la libertà di spesa di un ateneo - sottolinea la ministra nelle sue linee programmatiche - non possono dipendere dalla sua dimensione, dalla sua storia o dalla sua fortuna. Devono derivare solo dalle sue perfomance».

Diritto allo studio e prestito d'onore. E sul fronte del diritto allo studio, un capitolo dolente in tempi di crisi economica, la ministra ha dichiarato di voler introdurre in Italia lo strumento dei prestiti d'onore, già praticato con successo negli Usa, in Gran Bretagna e in Canada, «in un'ottica di parallelismo e non di sostituzione o supplenza dei diritto allo studio». «Mentre il diritto allo studio deve rappresentare la base di garanzia per tutti gli studenti capaci e meritevoli in stretta correlazione con il reddito - specifica la ministra Giannini - il prestito deve esser concepito come un sostegno meritocratico, a condizione che il sistema dei prestiti, appoggiandosi ad un Fondo di Garanzia, sia complessivamente meno gravoso per gli studenti».

Programmazione stabile per la ricerca. Per rilanciare la ricerca, la ministra pensa a una semplificazione finanziaria che eviti la dispersione delle risorse in mille rivoli facendole confluire in un Piano finanziario della ricerca unico «al quale attingere attraverso interventi a bando o assegnazioni strutturali, come nel caso degli Enti pubblici di ricerca (Epr), a fronte della valutazione dei risultati». E la programmazione finanziaria dovrà essere stabile, certa e adeguata lungo un arco di tempo che vada ben al di là del "triennio burocratico": «Nessun Paese - ha dichiarato la ministra Giannini - è in grado di impostare un'efficace politica della ricerca se essa viene affidata alle Leggi di stabilità di turno che tagliano o aggiungono al di fuori di qualunque serio indirizzo di lunga prospettiva. Dunque servirà un nuovo strumento programmatorio agile ma soprattutto un livello stabile di risorse su base pluriennale con cui alimentare la ricerca di base e applicata».