Lavoro e professione

Specializzandi, le promesse di Lorenzin: più soldi col Def. Giovani medici in piazza per il raddoppio dei posti nelle scuole di specializzazione

«Con il ministro dell'Università Stefania Giannini, abbiamo affrontato la questione dei posti per le specializzazioni e sottoposto al ministro dell'Economia Padoan il reperimento di ulteriori risorse necessarie a finanziare i contratti in modo strutturale fin dal prossimo anno accademico. Un intervento che dovrà essere attuato subito dopo l'approvazione del Def e nell'ambito dell'intervento urgente per la riduzione del costo del lavoro». A dirlo è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenendo sulla manifestazione di oggi a Roma di oltre 600 studenti che hanno organizzato un presidio davanti a Montecitorio.

«Siamo in piazza - spiega Marco Spadaccini- per chiedere l'aumento delle borse di specializzazione che in questo momento sono intorno alle 3.500. Ci é stato promesso, in ultimi incontri con il ministro, che saranno portare a 4.500, Ma ne servono 7 mila perché ogni anno
più di 10 mila persone si laureano. Negli anni ci sarà un accumulo di medici che non possono lavorare, visto che non sono specializzati, e potrebbero solo provare ad andare all'estero».

Gli studenti sottolineano che lo stato «per farci laureare investe, solo per i sei anni di medicina, circa 50 mila euro per ciascuno di noi, che sarebbero persi per l'italia a vantaggio di paesi stranieri che invece incentivano l'arrivo di nuove capacità dall'estero».

E in piazza i giovani medici avevano proprio per questo facsimili di biglietti aerei per la Germania, l'Inghilterra o la Francia nei camici bianchi.

«Se nulla cambia nei prossimi quattro-cinque anni - dicono i giovani medici - ci saranno oltre 20 mila giovani senza possibilità di formazione e di lavoro visto che nel Servizio sanitario nazionale non si può accedere se non si ha una una specializzazione».


I giovani in piazza chiedono al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di essere ricevuti per portare le loro proposte.«Ad oggi - Carlo Ninivagi e Andrea Milzi del Comitato pro concorso nazionale - non abbiamo avuto alcuna comunicazione dal ministro Lorenzin, che ieri in un comunicato ha
annunciato la sua disponibilità a sentire i giovani medici per parlare del prossimo concorso previsto ad ottobre. Vogliamo essere ascoltati dal ministro Lorenzin, abbiamo proposte concrete da farle. Così come vogliamo essere presenti al tavolo del Miur previsto sempre per domani».

Lorenzin: «Quelle dei giovani medici sono preoccupazioni reali»
«Le preoccupazione degli studenti di medicina sono reali e condivise da me», ha dichiarato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in un comunicato sulla manifestazione di Roma.

«Quando nel passato si è deciso di tagliare le borse di specializzazione - ha aggiunto - lo si è fatto per mere ragioni di bilancio, senza però pianificare i fabbisogni di nuovi medici e il loro inserimento nel Ssn alla luce del sistema italiano che costruisce un legame stretto tra accessi alla facoltà di medicina ed inserimento sul territorio. Per questo sono intervenuta fin dalla legge di stabilità. Infatti il Parlamento ha stanziato ulteriori risorse per aumentare il numero dei contratti di specializzazione per quest'anno. Un intervento di emergenza che non risolve strutturalmente il problema. Per questo con il ministro dell'Università Stefania Giannini, abbiamo affrontato la questione e sottoposto al ministro dell'Economia Padoan il reperimento di ulteriori risorse necessarie a finanziare i contratti in modo strutturale fin dal prossimo anno accademico. Un intervento che dovrà essere attuato subito dopo l'approvazione del Def e nell'ambito dell'intervento urgente per la riduzione del costo del lavoro».

«Ricordo - prosegue il ministro - anche che già con il decreto Carrozza avevamo previsto la riduzione degli anni di formazione da 5 a 4 per tutte le specializzazioni dove non esista il vincolo comunitario. E questo porterà maggiore disponibilità di risorse da destinare ai nuovi contratti. Nel "disegno di legge Lorenzin" , as 1324 ora al Senato, si prevede la possibilità di svolgere l'ultima parte della formazione specialistica presso aziende del Servizio sanitario nazionale, il che porterebbe a sinergie tra il mondo sanitario e quello universitario, finalizzate anch'esse al reperimento di nuove risorse. Naturalmente tutto va accompagnato da un'accurata e reale programmazione dei fabbisogni di specialisti in modo tale da indirizzare le risorse verso le specializzazioni di cui ci sia più bisogno nel Ssn».