Lavoro e professione

Test d'ingresso per Medicina: in 64mila per 10.500 posti. Critico il Codacons: abolire i quiz

Medicina ha fatto oggi da apripista ai test d'ingresso ai corsi di laurea a numero programmato degli atenei pubblici, per la prima volta quest'anno in calendario ad aprile, in pieno anno scolastico e a due mesi dagli esami di Maturità. A cimentarsi sono stati oltre 64.000 persone in tutta contendendosi i 10.551 posti a disposizione.

Domani, intanto, si fa il bis con Veterinaria. I risultati dei test saranno pubblicati il 22 aprile per Medicina e Chirurgia-Odontoiatria, il 23 per Veterinaria.

Un centinaio di minuti per rispondere a 60 domande a scelta multipla (ciascuna con 5 opzioni di risposta) suddivise in tre sezioni: cultura generale, discipline di riferimento e logica. Quest'anno la ripartizione del numero di domande è stata modificata in favore del numero dei quesiti delle materie disciplinarì. Soltanto quattro dunque le domande di cultura generale, spaziando da Chomsky al «Secolo breve». Ventitre i quesiti di logica e poi le domande di Matematica e Fisica (8), Chimica (10) e Biologia (15).

Un appuntamento, quello con le selezioni universitarie, sul quale la ministra dell'Istruzione Stefania Giannini sta riflettendo. "Si devono cambiare le cose quando non funzionano. Se ci renderemo conto che i risultati non sono quelli attesi allora ci muoveremo", ha detto a margine degli Stati generali della salute, aggiungendo, tuttavia, che l'anticipo ad aprile "dovrebbe servire a dare agli studenti più possibilità di programmazione, oltre ad allineare l'Italia all'Europa".



Le critiche del Codacons. Per il Codacons fare questi test ad aprile «non solo è assurdo e inammissibile, ma anche discriminatorio. Distrae, infatti, gli
studenti dalla preparazione agli esami di maturità e favorisce chi lo scorso anno non é stato ammesso e che ora ha più tempo per prepararsi rispetto ai maturandi. Senza contare che i test di accesso non solo sono anacronistici ma, riducendo a priori il numero dei futuri medici, violano il principio del libero accesso alle professioni, oltre a violare il diritto allo studio sancito dall'art. 3, 33 E 34 della costituzione.

Per questo il Codacons chiede al nuovo ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, di eliminarli. Anche perché «la verità è che i test, nati per calmierare le professioni, oggi sono mantenuti senza alcuna valutazione del fabbisogno sociale di medici o dentisti. È esclusivamente una questione di numeri disponibili nelle università, che, non avendo soldi, possono gestire un numero limitato di iscritti. Da qui i test. Anche la data assurda di
aprile è figlia di questa logica».


Se, quindi, il premier renzi, come ha più volte dichiarato, vuole davvero investire seriamente nella scuola, é evidente per il Codacons che «i test vanno eliminati e, semmai, va fatto come in Francia, dove la selezione avviene nel primo anno di università. Le matricole del corso di medicina devono finire il primo anno avendo sostenuto tutti gli esami. In questo modo la selezione avviene sulla base di reali meriti e non sulla base di una prova spesso irregolare e priva di ogni senso logico.

Il Codacons ricorda che «lo scorso anno centinaia di studenti furono riammessi alle prove di ammissione a seguito della vittoria dell'associazione al Tar del lazio che riconobbe la contraddizione che affligge il decreto attuativo pubblicato il 29 novembre 2013, tra l'ammissione in sovrannumero e il fatto che essa sia subordinata alla mancata copertura dei posti disponibili secondo la programmazione degli atenei, non tenendosi conto neppure di rinunce e scorrimentì. Conseguentemente il Tar
ammise i ricorrenti che avevano un punteggio superiore a quello dell'ultimo classificato, previa aggiunta del bonus maturità, all'epoca eliminato in corsa».