Lavoro e professione

Lorenzin: la chiusura delle cliniche con meno di 60 posti letto va riprogrammata. L'intervento all'Assemblea Aiop

Assemblea Straordinaria di Aiop, l'Associazione Italiana Ospedalità Privata: «Fare cassa tagliando la sanità non è più possibile. La sanità – ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel suo intervento – è un comparto che ha già dato tanto da questo punto di vista e non era più in grado di sostenere tagli lineari. Ovviamente dobbiamo apportare dei miglioramenti al sistema per renderlo sostenibile. Dobbiamo migliorare la governance e tagliare gli sprechi, riportare la salute e le politiche sanitarie al centro dell'agenda politica dell'Italia e dell'Ue. Le politiche sanitarie non devono essere fatte dal ministero dell'Economia come è avvenuto, ma dal ministero della Salute».

Il ministro ha inoltre ricordato all'Assemblea l'importanza del comparto sanitario che negli ultimi anni ha già subito pesanti tagli lineari, per un totale di 25 miliardi. «Dobbiamo valorizzare il ruolo di Agenas a supporto del ministero della Salute e dobbiamo tener conto della qualità delle prestazioni erogate e non del numero dei posti letto, indipendentemente dal fatto che la struttura ospedaliera sia pubblica o privata. A parità di livello qualitativo andrà avanti chi costa meno», ha concluso.

«Abbiamo accolto con soddisfazione la disponibilità del ministro, a cui va riconosciuta l'accesa combattività nel difendere la sostenibilità finanziaria del Ssn, nel confrontarsi direttamente con i nostri associati sul delicato tema della ridefinizione degli standard della rete ospedaliera italiana e in merito alla chiusura delle strutture accreditate al di sotto dei 60 posti letto», ha dichiarato il presidente nazionale Aiop, Gabriele Pelissero.

Il ministro ha affermato che il Patto per la salute, che disegnerà il volto della sanità italiana per i prossimi anni, tutelerà il comparto dell'ospedalità privata accreditata che garantisce il 25% delle prestazioni a fronte di un costo pari al 15% della spesa ospedaliera nazionale, proponendo una nuova formulazione del testo che prevede la deroga per le strutture monospecialistiche e la possibilità di accorpamenti aziendali entro il triennio di durata del Patto.

Dovrebbe quindi essere scongiurata la temuta chiusura delle 188 strutture con meno di 60 posti letto per acuti, così come inizialmente proposta dal decreto Balduzzi, che comporterebbe la perdita di 14.500 posti di lavoro. Anche perché lo stesso ministro, visitando questa mattina l'ospedale S. Andrea di Roma, ha affermato che «dobbiamo fare in modo che ci sia una riconversione delle strutture, ma con razionalità, riprogrammando i posti letto nelle 23 cliniche del Lazio (quelle che sarebbero tagliate secondo il criterio dei 60 posti letto., ndr). Non é un caso che il decreto sia rimasto lettera morta in tutti questi anni. La chiusura significherebbe la perdita di oltre 11mila posti di lavoro, sono numeri enormi. Quindi credo si debba riconsiderare tutta la questione e fare un percorso di riprogrammazione».