Lavoro e professione

Allarme Anaao: all'ospedale di Cosenza pronto soccorso deserto e niente barelle. Cittadini a rischio. Lettera a Lorenzin

L'Anaao nazionale lancia l'allarme per l'ospedale "Annunziata" di Cosenza: niente medici nei pronto soccorso; niente anestesisti e perfino niente le barelle che ormai sostituiscono i posti letto. Il tutto con cittadini, affetti da patologie complesse, che reclamano in numero crescente una assistenza che altrove non trovano.

Per questo Costantino Troise, segretario nazionale del sindacato, ha chiesto in una lettera l'intervento del ministro della Salute Beatrice Lorenzi «affinché vengano celermente rimossi tutti gli impedimenti relativi alla concessione delle deroghe al blocco del turnover necessarie per risolvere la situazione».

Le conseguenze del disagio, spiega Troise nella lettera, sono state in massima parte attenuate «grazie al senso di abnegazione e di responsabilità dimostrato dai professionisti sanitari, che hanno tenuto aperti i "cancelli della fabbrica" facendo esclusivamente ricorso al sacrificio personale. Gli stessi oggi protestano non per una rivendicazione salariale, bensì perché lasciati da soli ad affrontare la domanda di salute, per lo più inevasa, con risorse umane insufficienti, chiedendo di essere messi in condizione di lavorare e dare il meglio di se stessi».

Le cause secondo Troise sono evidenti: blocco del turnover, attivo per tutta la durata del commissariamento per l'attuazione del piano di rientro, fatta salva la possibilità di deroghe, per un numero complessivo regionale, pari al 15%. «Per di più, nonostante molte unità operative ospedaliere di fondamentale importanza, nell' ospedale di Cosenza siano carenti di medici ,al punto da compromettere la erogazione delle prestazioni, il tavolo di verifica ha condizionato la possibilità di rilasciare deroghe al blocco del turnover all'avvenuto espletamento, su base regionale, della mobilità del personale risultante in esubero dai processi di disattivazione e riconversione dei presidi ospedalieri», spiega Troise.

Mobilità che è fortemente in ritardo , si legge, se sui 17 presidi ospedalieri da disattivare, in ossequio al Decreto n. 18/2010 di riassetto del Ssr, sei hanno dismesso le funzioni ospedaliere fin dal marzo 2011 ed i restanti fin dal marzo 2012, con formali provvedimenti delle Aziende recepiti con altrettanti formali Decreti del Commissario ad acta.
«Recentemente, però - acrive Troise - il sub commissario Urbani ha dichiarato che "A seguito degli adempimenti prodotti nel corso dell'ultima riunione con i ministeri affiancanti si sono create le condizioni per lo sblocco del turnover". Non si capisce, allora, perché, il Direttore generale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza non provveda oggi a mettere a norma la gravissima carenza di personale medico. Data la situazione di estrema drammaticità in cui versa l'Ospedale, avrebbe dovuto e potuto garantire l'assunzione di personale medico e infermieristico mediante determinazioni straordinarie al fine di garantire i Lea e la sicurezza delle cure per cittadini e operatori, così come hanno fatto altri direttori generali di aziende calabresi, senza trovare opposizione da parte della struttura commissariale».

«La sanità - conclude Troise - non può essere letta solo in termini di saldi economici e non di valori assistenziali. Come se bastasse alla collettività spendere meno a prescindere dai risultati di salute. Un'assurdità che fa a pugni con la Costituzione, e la sua tutela di un diritto "fondamentale" dei cittadini».