Lavoro e professione

Lombardia: certificati, Fimmg ospedali inadempienti

Ospedali e strutture della Regione Lombardia sono inadempienti
all'obbligo, in vigore da marzo, di inviare all'Inps del certificato telematico di malattia, quando la prognosi di dimissione lo preveda. Lo denuncia - richiedendo interventi immediati - Fiorenzo Corti, segretario regionale Fimmg, in una lettera al Dg della Sanità Lombarda, Walter Bergamaschi, segnalando gravi disagi per i cittadini e rischi per i medici.

«Nessuna polemica nei confronti di colleghi ospedalieri, con i quali continuiamo a promuovere iniziative di dialogo e condivisione» - sottolinea Corti in un comunicato. - «Con questa iniziativa abbiamo inteso mettere sotto accusa invece la macchina amministrativa delle strutture sanitarie che (salvo rari casi come l'azienda Ospedaliera di Niguarda e l'Ospedale di Tradate in provincia di Varese e qualche reparto qua e là) non sono state in grado di adeguarsi alle nuove normative».

Nel messaggio - inviato per conoscenza anche all'assessore alla Salute Mario Mantovani - Corti sottolinea che « nel caso in cui, nelle diverse strutture non si fossero ancora realizzati gli obbligatori interventi sulle procedure informatiche o si verificassero inconvenienti tecnici, sarebbe in ogni caso possibile il rilascio della certificazione cartacea». L'infrazione al disposto legislativo crea invece - denuncia Corti - «importanti problemi in primo luogo al cittadino assistito, costretto a reperire in tempi brevi il proprio medico famiglia o, nei giorni festivi, a fare riferimento al servizio di continuità assistenziale anche in assenza di necessità cliniche immediate. E' infatti necessario, nella maggioranza dei casi, un controllo clinico dopo qualche giorno dalla dimissione, ma, come è generalmente ovvio, non all'atto della stessa.Il comportamento omissivo delle strutture, inoltre, può generare erronee interpretazioni rispetto alla continuità del periodo di malattia con il ricovero e comportare un conseguente danno economico a carico del cittadino».

«Va inoltre ricordato come, nel caso di alcune procedure specialistiche - conclude il mesaggio - solo il medico che dimette l'assistito può formulare correttamente una prognosi, nel momento in cui programma gli ulteriori trattamenti ambulatoriali e gli interventi riabilitativi.