Lavoro e professione

Così la ministra Madia rilancia la Pa. Incontro con i sindacati il 12 giugno

di Rosanna Magnano

Nuova gestione del personale per facilitare assunzioni e turnover, tagli agli sprechi e riorganizzazione dell'amministrazione in un'ottica di trasparenza, semplificazione e celerità dell'azione amministrativa. Sono questi gli assi portanti di un documento in 45 punti predisposto dal ministero della Semplificazione e Pubblica amministrazione in vista della riforma della Pa. Su questo tema, la ministra Maria Anna Madia ha invitato la Confederazione sindacale della dirigenza del pubblico impiego (Cosmed) per il giorno 12 giugno 2014 alle ore 10,30 presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, a una riunione su "Interventi di riforma della Pubblica Amministrazione".

«Il cambiamento comincia dalle persone». E' questo l'incipit del documento che il 12 giugno prossimo sarà discusso al tavolo con i sindacati del pubblico impiego, medici compresi. Al primo punto all'ordine del giorno c'è l'abolizione dell'Istituto del trattenimento in servizio, ma anche nuove regola per la mobilità volontaria e obbligatoria per «migliorare le norme esistenti», a comnciare dall'abrogazione del nulla osta da parte dell'amministrazione di provenienza nei casi di mobilità volontaria. Ma la flessibilità è a doppio senso: per un utilizzo più efficiente delle risorse umane, il ministero della Finzione pubblica propone anche di rendere possibile il passaggio di un lavoratore da un'amministrazione all'altra senza che sia necessario l'assenso del alvoratore stesso.

Tempi di vita e di lavoro. Una possibile svolta, anche alla luce della progressiva femminilizzazione del lavoro in sanità, sul fronte di una migliore armonizzazione tra tempi di lavoro e impegni familiari. Sono infatti previste agevolazioni per il part-time allo scopo di facilitare nuove assunzioni e di conciliare tempi di lavoro e di vita. Più in generale il ministero intende introdurre una maggiore flessibilità nell'orario di lavoro e una maggiore diffusione del telelavoro, degli asili nido nelle Pa e di tutti gli strumenti di conciliazione.

Rigorosa politica di «contenimento dei compensi». Sia in riferimento a diversi incarichi, sia al cumulo tra lavoro e reddito da pensione.

Più flessibilità. Per evitare il più possibile esuberi, è prevista la possibilità, già presente nel diritto del lavoro privato, di affidare in alternativa mansioni assimilabili.

Da semplificare la disciplina del trunover, fermo restando il rispetto dell'equilibrio finanziario. «Non si tratta solo di assicurare maggiori ingressi - spiega il ministero - ma anche di consentire a ciascuna amministrazione maggiore discrezionalità nella programmazione.

Taglio del 50% del monte ore per i permessi sindacali. Misura che il governo ritiene «necessaria».

Stop alle carriere «politiche» e superamento delle fasce per la dirigenza. «Per la riforma della dirigenza pubblica - si legge nel documento - riteniamo imprescindibile un principio: l'accesso al lavoro pubblico, ivi compreso quello dirigenziale, deve avvenire per concorso. Il rigoroso rispetto di questo principio, deve essere accompagnato da un ripensamento dell'attuale modello di carriera». E sulle fasce il cambiamento sarà radicale: l'obiettivo è di superare l'attuale sistema «che ingessa la carriera di un dirigente e la rende indipendente dai risultati effettivamente prodotti. Noi pensiamo invece che la carriera di un dirigente debba essere sempre "mobile", sia verso l'alto che verso il basso, con l'assunzione di incarichi per un tempo determinato».

Riorganizzazione della ricerca. Stop ai mille rivoli della ricerca italiana, che ostacolano i progetti strategici, disperdono risorse e competenze e impediscono alle eccellenze di emergere. «Pensiamo sia necessario intervenire - si legge nel documento della Semplificazione e Pa - sulla base di tre fondamentali criteri: la ricerca deve essere strettamente connessa allo sviluppo economico del paese e deve pertanto essere assicurata una governance centralizzata in grado di indicare gli indirizzi e le scelte di fondo dei filoni sui quali il paese deve investire; è necessaria una razionalizzazione degli attuali enti di ricerca; è necessario non disperdere ulteriormente le professionalità oggi al servizio del sistema di ricerca, individuando soluzioni che consentano invece l''implementazione dell'attuale disciplina del reclutamento».

Una sola scuola nazionale dell'Amministrazione. «In coerenza con la scelta di investire con forza sul modello della dirigenza di ruolo, selezionata per concorso - spiega il ministero - abbiamo deciso di investire su una grande e unica scuola di formazione per i dirigenti, che accorpi tutte quelle attualmente esistenti, pur garantendo i dovuti e specifici percorsi professionali, in particolare riguardo ad alcune professionalità.

Così i nuovi appalti. Il ministero prevede un modifica del codice degli appalti pubblici: «Inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli avvocati per le liti temerarie; modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo, udienza di merito entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, condanna automatica alle spese nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto».

Utili, secondo il ministero, alcuni interventi di riforma: «strumenti deflattivi del contenzioso amministrativo; rafforzamento del principio per il quale il pagamento delle spese di giudizio segua sempre la soccombenza; accelerazione delle procedure di ricorso in materia di appalti pubblici; maggiore celerità nella fissazione dell'udienza di merito a seguito della fase cautelare».

Rinnovo del contratto nazionale. «Riteniamo che il blocco della contrattazione - conlude il documento della Semplificazione e Pa - abbia prodotto un danno ingiusto ai lavoratori pubblici, soprattutto in riferimento alle fasce di retribuzione più basse. Per questo riteniamo che l'intervento degli 80 euro realizzato dal Governo sia stato di notevole utilità anche nel pubblico impiego. Il tema del rinnovo della parte economica del contratto merita di essere affrontato a partire dal prossimo anno: è evidente che occorra uno sforzo comune utile a costruire le soluzioni migliori per garantire il rilancio del paese e la crescita economica».