Lavoro e professione

La richiesta degli igienisti Siti: «Nel Piano nazionale prevenzione obiettivi misurabili e Regioni in prima linea»

Dipartimenti primi attori del management e della governance della prevenzione, programmazione degli interventi mirata sulla base delle differenze territoriali, obiettivi misurabili, a partire dagli screening oncologici. Queste le tre richieste principali della Siti, la Società di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica, di fronte all'ultima bozza del Piano nazionale della prevenzione 2014/2018.

Dalla Società scientifica, che già nei mesi scorsi aveva scritto alla ministra della Salute una lettera per evidenziare le criticità della bozza del nuovo Pnp, arriva ora una proposta di indirizzo per il miglioramento di questo importante documento per la sanità pubblica. Secondo la Siti, la bozza di PNP 2014-2018, redatta da un gruppo misto Stato\Regioni, evidenzia infatti una «scarsa aderenza alla variegata realtà sanitaria del nostro Paese e costituisce un esempio su cui riflettere circa le concrete difficoltà di definire un assetto nazionale programmatorio che sia realistico e coerente».

Sulla base di queste considerazioni, SItI ritiene ragionevole e opportuno che nei PRP siano introdotti alcuni correttivi:
- una sezione che indichi obiettivi concreti e misurabili di contrasto delle disuguaglianze in salute con programmi evidence based ad iniziare dagli screening oncologici;
- una sezione che preveda un impegno regionale su un piano pluriennale di informazione alla popolazione sui rischi delle malattie infettive (ivi inclusa l'adesione al programma VACCINARSI) e sulla reale consistenza delle reazioni avverse alle vaccinazioni;
- una sezione che preveda progetti di chiamata attiva di fasce di popolazione sana per "screenare" i fattori di rischio cardiovascolari;
- una sezione che delinei le modalità di coordinamento operativo fra i dipartimenti di prevenzione e le agenzie regionali di protezione ambientale per l'attivazione di programmi permanenti di analisi dei possibili effetti negativi sulla salute umana di inquinamenti ambientali;
- una sezione che reintroduca nel PNP il tema vitale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione senza il quale l'intero documento appare largamente scisso dalla realtà dei concreti fattori di rischio presenti nel Paese.

Ma, sulla scorta dei risultati del precedente Piano nazionale della prevenzione, secondo gli igienisti la proposta certamente più pressante è quella di fornire indicazioni inequivocabili per orientare le scelte regionali verso l'affidamento del management dei programmi ai Dipartimenti di Prevenzione delle aziende sanitarie, quali garanti di "ragionevolezza organizzativa". Il Dipartimento di prevenzione può cioè «rappresentare una centrale organizzativa unica "equidistante" dagli obiettivi di risultato di ciascun programma, apparendo ragionevole identificarlo come la struttura aziendale potenzialmente in grado di ben governare l'indispensabile "fase del management"». Un modello organizzativo che vede l'affidamento al Dipartimento di Prevenzione della funzione "organizzazione" del Pnp - rilevano ancora dalla Siti - si fonda su alcune considerazioni generali: è garante del primo livello di assistenza collettiva; ha il commitment sui programmi di prevenzione per compito istituzionale e autorevolezza sulle evidenze in tema di sanità pubblica; conosce e possiede al suo interno strumenti di lavoro e professionisti con know how specifico (gestione di "grandi numeri" di soggetti sani (es. vaccinazioni); si muove naturalmente con logica delle "reti"; ha il compito di misurare i risultati di salute della popolazione (procedura indispensabile quando si parla, ad esempio, di screening).