Lavoro e professione

Iva occulta: un peso da oltre 3 miliardi per le aziende sanitarie italiane

Negli anni '70 il Legislatore europeo adottò l'Imposta sul valore aggiunto (Iva) per eliminare il cosiddetto "effetto a cascata". Una distorsione del principio di neutralità fiscale secondo il quale la fiscalità non deve influenzare le scelte di imprenditori ed enti in merito alle modalità di acquisizione di beni e servizi e non privilegiare quegli operatori che scelgono soluzioni ampiamente integrate in modo verticale.

La validità dell'Iva è attestata dal crescente interesse alla sua adozione a livello globale come, a esempio, l'approvazione da parte della Banca Mondiale di un finanziamento da 60 milioni di dollari finalizzati a modernizzare il sistema Iva del Bangladesh o l'esperimento effettuato dalla Cina al fine di aumentare la trasparenza e rendere più equo e attraente il proprio ambiente business, valutando gli effetti di un'ipotetica sostituzione della propria "turnover tax" (imposta applicata a uno specifico momento della produzione e non al consumatore finale) con il meccanismo dell'Iva.

Per motivi sociali e per motivi tecnici si decise però di introdurre alcune eccezioni al regime generale. Le prestazioni sanitarie furono quindi prevalentemente rese esenti dall'imposizione dell'Iva e fu resa indeducibile l'Iva applicata sui fattori di produzione e servizi acquistati dalle stesse strutture sanitarie.

L'Iva applicata su questi fattori tornava quindi a essere, come per l'Ige, un aggravio di costo per gli operatori finali (principalmente ospedali).

Uno studio del 2008, a cura di Bianchi e Fumagalli sull'incidenza dell'Iva occulta - di cui si parla in un ampio servizio su IL SOLE-24 ORE SANITA' n. 28/2014: VEDI - su tutte le strutture sanitarie pubbliche in Italia, ha evidenziato che l'Iva occulta superava mediamente il 5% del totale dei costi di produzione e nelle strutture a più alta incidenza tecnologica superava il 10 per cento. Tale valore è senz'altro aumentato negli ultimi anni per effetto dell'aumento dell'aliquota massima dal 20% al 22% e per la crescita della necessità di disporre di beni e servizi ad alto contenuto tecnologico.

L'Iva occulta, come evidenziato da numerose interviste - spiegano nel servizio Lucio Fumagalli, presidente Baicr cultura della relazione e Lorenzo Terranova, direttore Centro studi Federsanità-Anci, influisce sui processi decisionali degli operatori sanitari (in realtà tale fenomeno colpisce tutti gli operatori dei settori in regime di esenzione Iva), favorendo le decisioni make verso quelle buy e in generale riducendo la propensione agli investimenti e determinando quindi il fenomeno del technological fiscal drag.

Un altro effetto dell'indetraibilità dell'Iva in Sanità si registra nei servizi acquistati e colpisce servizi non tecnologicamente avanzati. A esempio, se il servizio di pulizie è appaltato a una cooperativa, anche in questo caso l'Iva è un costo per l'ente, arrivando al paradosso che proprio laddove le Regioni in piano di rientro hanno bloccate le assunzioni, ma devono erogare il servizio, si trovano a dover acquistare servizi a costo pieno.

E rispetto all'innalzamento dell'aliquota massima al 22% - spiega Alessandro Ricci, partner 4changing Spa, da un primo esame dei dati della Regione Lombardia del 2010, l'ultimo con aliquota omogenea per tutto l'anno, è interessante rilevare che, applicando la metodologia prevista nell'analisi ai costi della produzione di aziende ospedaliere, aziende ospedaliere universitarie e Istituti di ricoveri e cura a carattere scientifico, vengono confermate le risultanze del lavoro, con valori di Iva occulta stabilmente superiori al 4 per cento.

Possibili soluzioni per eliminare eliminare il technological fiscal drag le indcia nel servizio Giovanni Bianchi, senior Partner Comma10, secondo il quale una prima opzione è prevedere come obbligatoria a livello europeo una "aliquota zero" per mantenere il più ampio beneficio dell'esenzione. Contemporaneamente viene introdotta la deducibilità dell'Iva che grava sui beni e servizi acquistati dalle strutture sanitarie. In questo caso, si determinerebbe un minor gettito pari all'intera Iva occulta solo parzialmente recuperato negli anni a fronte del maggiore sviluppo delle transazioni economiche indotte.

Un'altra opzione potrebbe essere l'introduzione di un'aliquota "super ridotta" o "ridotta", magari, in quest'ultimo caso, prevedendo la facoltà di una opzione rispetto all'esenzione, reintroducendo in questo modo la piena neutralità dell'imposta.

LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SU IL SOLE-24 ORE SANITA' N. 28/2014